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Autore Pierre Hombrebueno :: 31 Maggio 2015

Disponibile gratuitamente su Youtube il documentario "Çapulcu: Voices from Gezi", che racconta il Movimento del Gezi Park, in Turchia, mediante testimonianze, immagini e squarci

ÇAPULCU, VOICES FROM GEZI

Per tutti i cinefili in cerca di visioni inedite e di pellicole che non riescono a trovare una degna collocazione nelle nostre sale cinematografiche, ecco l'arrivo su youtube del documentario Çapulcu: Voices from Gezi, realizzato da un gruppo di registi italiani formato da Benedetta Argentieri, Claudio Casazza, Carlo Prevosti, Duccio Servi e Stefano Zoja. Il docu racconta del Movimento di Gezi Park, che due anni fa ha catalizzato Istanbul con migliaia di giovani scesi per strada a protestare contro Recep Tayyip Erdogan, allora primo ministro turco e oggi addirittura presidente. I cinque film-maker, presenti durante questi accadimenti, hanno raccolto testimonianze, immagini, squarci e racconti, cucendo il tutto in un'opera di 60 minuti.

Realizzato con il sostegno di Amnesty International, Çapulcu: Voices from Gezi è già stato presentato in diversi festival internazionali, dal This Human World di Vienna al CineMemoire in Marocco, passando per Ischia, Bulgaria ed Etiopia. Diversi anche i riconoscimenti ricevuti, tra cui il Human Rights Award a Thessaloniki (in Grecia), il premio del pubblico al Docucity di Milano e il premio speciale Legambiente a Torino. 

Per vedere la pellicola gratuitamente, potete dare un'occhiata QUI. Oltre alla distribuzione online, il team sta pianificando anche un giro di presentazioni e proiezioni pubbliche con annessi dibattiti sullo scottante argomento sociale e politico. Il prossimo appuntamento è previsto al Cinema Ariston di Trieste, questo 5 giugno. Per eventuali altri esercenti interessati ad avere l'opera per la propria sala, potete contattare l'indirizzo e-mail voicesfromgezi@gmail.com

[Leggi anche: "Citizenfour" di Laura Poitras, il documentario più premiato e celebrato dell'anno]

Dopo le vicende del Gezi Park, oggi il movimento sembrerebbe essersi fermato, ma non perchè ha raggiunto i propri obiettivi, bensì a causa delle durissime pressioni del presidente Erdogan. Proprio per questo, è più che mai necessario ascoltare le voci di questi giovani che dal loro governo non fanno altro che chiedere maggior tolleranza e libertà. Allora la censura provò a nascondere la protesta, ma grazie anche al lavoro dei cinque registi italiani, lo spirito del movimento continua decisamente a vivere, seppur mediante altre forme. 

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