Parole pesanti quelle del maestro dell'animazione giapponese, non nuovo a uscite controcorrente: Miyazaki ha definito un errore di Charlie Hebdo pubblicare caricature e vignette su Maometto, poiché è meglio non ironizzare su ciò che altri venerano
Il fondatore dello studio di animazione Studio Ghibli Hayao Miyazaki dice la sua sulle vignette che hanno portato al massacro nella sede di Charlie Hebdo: il regista giapponese - ora ritiratosi in favore di un ruolo da supervisore e consulente - ha dichiarato che la scelta della rivista satirica parigina sia stata un grosso sbaglio.
L'opinione del maestro è dovuta all'idea che una testata o dei disegnatori dovrebbero concentrarsi su bersagli del loro stesso paese, perché andare a toccare altre culture potrebbe non essere il massimo, visto che la percezione di un elemento da fuori può essere fraintesa pesantemente. E questo vale sia per chi fa satira sia per chi ne è oggetto.
Le caricature del profeta Maometto, realizzate dai vignettisti della rivista, hanno causato l'attacco terroristico di due fondamentalisti musulmani, che hanno freddato quante persone hanno potuto nel giro di pochissimi minuti. Mentre questo weekend, a Copenaghen, è stato preso di mira un luogo nel quale si discuteva in un dibattito aperto della questione Charlie Hebdo e un documentarista danese è stato ucciso in una sparatoria. Miyazaki, parlando ai media, ha dichiarato che per lui è appunto uno sbaglio fare caricature di ciò che altre culture venerano e che frenare tutto questo sarebbe una buona idea.
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Le dichiarazioni del mago dell'animazione vanno chiaramente contro gran parte dei sentimenti che si sono diffusi nel mondo occidentale dopo gli attacchi, cioè che, mentre non è in discussione che le vignette della rivista siano potenzialmente offensive, il diritto del magazine di pubblicarle vada protetto e sostenuto.
Il consiglio di Miyazaki resta quello di giocare in casa: "Prima di tutto, le caricarure dovrebbero essere fatte sui politici del proprio paese; sembra sospetto prendersela con leader politici degli altri paesi".
Le scelte del regista sono da sempre controcorrente quando si tratta di mettersi in gioco pubblicamente: non bisogna dimenticare che nel 2003 Miyazaki si rifiutò di presenziare alla cerimonia degli Oscar - dove il suo La città incantata vinse come Migliore film di animazione - a causa del coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Iraq.
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