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Autore Erika Favaro :: 25 Giugno 2016

Il regista de “Il labirinto del fauno” è stato ospite al Festival di Annecy dove ha parlato del suo rapporto con il cinema

Il labirinto del Fauno

Ogni anno migliaia di appassionati e professionisti del cinema dell’animazione si danno appuntamento in Francia per l’Annecy International Animated Film Festival. L’ospite di quest’anno è un habitué della kermesse, il messicano Guillermo del Toro che con l’occasione ha anche presentato in anteprima delle immagini del suo prossimo lavoro. Si intitola Trollhunters ed è una serie prodotta da Netflix in cui – come spesso succede nei film di Del Toro – si mescolano commedia, azione, fiaba ed elementi inquietanti.

Il sito nofilmschool.com ha avuto l’opportunità di incontrare il regista e fare una lunga chiacchierata sulla sua filosofia creativa, ecco a voi i punti principali:

I suoi mentori
Del Toro nasce come artista eclettico, da subito combina l’immaginario horror con quello della fiaba e dall’animazione passa poi al cinema. Quando gli vengono chieste le sue fonti di ispirazione lui dice di aver studiato per anni il lavoro di Dick Smith (truccatore di grandi film come Il padrino, L'esorcista eTaxi Driver) e di aver sviluppato competenze in sceneggiatura seguendo i consigli di Jaime Humberto Hermosillo.

La forma è il contenuto
“Passo gran parte della mia giornata a pensare” ha dichiarato Del Toro. “Ogni film è un esercizio diverso. Come uno scultore può scolpire con materiali diversi, a me piace lavorare usando mezzi differenti”. Il regista non ha mai nascosto il suo amore per l’animazione, ma non per questo rinuncia al lavoro con gli attori.

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Conosci le tue forze e le tue debolezze
Per Del Toro è fondamentale sapere in cosa siamo bravi e in cosa invece abbiamo bisogno di migliorare. C’è bisogno quindi di un’importante dose di autoconsapevolezza e anche di un po’ di stimoli e di fortuna. Le persone che imparano a scegliere le proprie passioni fin da piccole spesso infatti riescono più facilmente ad arrivare all’obiettivo. Cosa faceva quindi Del Toro da bambino? È ovvio: truccava e disegnava mondi fantastici preparandosi a quelli che un giorno sarebbero diventati i suoi storyboard.

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