Ritratto di Andrea Caramanna
Autore Andrea Caramanna :: 19 Gennaio 2015

una scena di "Free the nipple"

Può sembrare ridicolo occuparsi di capezzoli nel 2015, di fronte alle nudità femminili, seni e culi e tanto altro ad uso e consumo dell’utente di turno. Free the nipple ("Libera il capezzolo") è stato subito sostenuto da celebrità quali le cantanti Rihanna, Miley Cirus e Cara Delevingne (modella e attrice) e Scout Willis (figlia di Bruce e Demi Moore). Ci si chiede perché una mamma che allatta non possa mostrare in pubblico il seno quando migliaia di altre donne espongono la stessa parte anatomica, ma per altri scopi, quelli che riguardano il linguaggio erotico. Se diamo un’occhiata alla foto postata da Delevingne, si deduce che le due parti anatomiche sono uguali come denominazione nel maschio e nella femmina: in quest’ultima il capezzolo ha anche la funzione di allattare il cucciolo della specie umana. Ma solo il capezzolo maschile può essere esposto tranquillamente, quello femminile ha subito una censura.

Ciò che ha ispirato il lavoro di Lina Esco è anche un episodio riguardante la piccola Sarabeth Stroller, figlia di suoi amici, la quale a soli cinque mesi dovette abbandonare una chiesa perché la madre la stava allattando! Naturalmente questa esperienza di censura e rifiuto l’hanno fatta migliaia di altre donne, ma spesso nessuna si è ribellata. L’incontro con la regista militante Lisa Azuelos ha permesso alla Esco di ottenere le risorse necessarie per realizzare il suo primo film.

Tutte le riprese del film riprendono l’assunto che se qualcuno vuole fare delle riprese in un luogo pubblico con una donna a seno scoperto, è subito individuato come un regista di un porno. Ma nel film si ricorda quanto sia perfettamente legale stare a seno scoperto per una donna per le vie di New York. Ma ciò non toglie che dieci volte su dieci qualcuno delle forze dell’ordine interverrà considerandolo un crimine ed arrestando i presunti criminali!

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Free the nipple è un film che vuole affrontare direttamente l’argomento dell’uguaglianza di diritti tra uomo e donna. La militanza e l'attivismo come etichette servono a poco e soprattutto è bene evitare etichette che hanno solo l'obiettivo di ghettizzare opere che invece dimostrano una grande apertura di visione ed immaginario. Per quanto riguarda i diritti maschili e femminili nella nostra società, sappiamo che spesso questa uguaglianza esiste solo sulla carta, ma nei fatti attraverso l’ipocrisia strisciante del comune senso del pudore le cose vanno spesso in un altro modo. Però quello che fa più tenerezza è che molti critici abbiano con ardore criticato il film della Esco, colpevole secondo loro di piattezza ed eccessiva prevedibilità. Bisognerebbe chiedere a questi critici: quante sono le opere che trattano direttamente e senza censure alcuni luoghi fondamentali dell’immaginario contemporaneo?

Free the nipple lo fa, e anche con belle sequenze, come quella girata a Broadway avenue, ricordandoci che esiste tutto un sistema simbolico che ha fatto in modo di abolire il senso più importante del capezzolo: la sua funzione di nutrizione, al di sopra di tutto. Ai creatori degli immaginari contemporanei (tutta la pubblicità in primis) questa funzione non interessa: in effetti, il capezzolo che allatta non ha una risultante economica. Già spingere le donne ad allattare di più rende meno alle industrie del latte per bambini. E il capezzolo di una madre che allatta non serve neanche nell’economia del cinema erotico pornografico che nella sua spoliazione decennale, ha ormai eliminato qualsiasi segno: dai peli alle forme stesse di vagine e peni. Anche il seno deve essere fatto in un certo modo e meno che mai il capezzolo ricordare la funzione di allattamento.

A chiusura della riflessione citiamo uno dei pochi pediatri illuminati, Luciano Proietti: “È assolutamente fisiologico allattare al seno anche fino a sette anni d’età del bambino. Certo, non è un obbligo, ma noi pediatri dobbiamo dire questo, proporre anche questa possibilità di scelta perché è biologicamente fisiologica. E salutare. Il fatto è che, dopo i primi mesi, le mamme si nascondono per allattare, perché la gente, a cominciare dal marito o dal compagno, comincia a storcere il naso. Pensiamo al termine “svezzamento”: vuol dire “togliere il vizio”, come se prendere il latte dalla tetta fosse un vizio!”.

Due scatti di Scout Willis a favore della causa "free the nipple"

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