Ritratto di Claudio Cirillo
Autore Claudio Cirillo :: 26 Maggio 2014
Il cinema, rappresentazione visiva di sogni e desideri

La priorità non è il cinema, è la musica

Musica e Cinema

Questo blog è dedicato a Claudio Cirillo che parlerà in prima persona. Chi è? Per i non addetti ai lavori, Claudio Cirillo è un direttore della fotografia “in pensione da 12 anni”, dice lui ma con un’attenta e lucida prospettiva della vita e del cinema, dico io. Prima di imbarcarci in analisi, congetture, riflessioni e aneddoti sui film di cui Claudio ci ha raccontato delle favolose immagini, conosciamolo meglio. Dalla famiglia all’importanza dell’armonia musicale.

La priorità nella mia vita non è la fotografia, il cinema. No. È la musica. Ora, contrariamente a quanto avevo previsto, in vista della vecchiaia, avevo provveduto a tutto. In genere, in una coppia di vecchi, è lui che va via prima. Avevo preparato talmente bene tutto... ma invece anziché lasciare io questo mondo, se ne è andata prima mia moglie. Mi ha fatto un bello scherzo. Quando era molto malata, arrivò a casa una Onlus di giovani medici straordinari. Si sono preoccupati non di mia moglie ma di me. E uno di questi mi disse: “Senta, signor Cirillo, io sarò brutale con lei: in base ad una statistica, il 98% delle coppie anziane, quando muore lui, non succede niente, lei assorbe il dolore e continua la sua vita. Invece, nel caso contrario, lui non sopravvive più di un anno, un anno e mezzo. Quindi dovrà impegnare il suo cervello con qualcosa”. Quando poi sono rimasto solo, non avevo neanche la forza di leggere il giornale. Allora mia figlia mi consigliò di iscrivermi all’università per gli anziani.

E la musica è stata importante. È l’essenza della mia vita. Non ho studiato strumenti, con i maestri è sempre stato un disastro. Ma sono sempre stato attratto dallo studio della mano sinistra che sarebbe la mano che presiede l’armonia. Lo studio dell’armonia è un po' come la letteratura. Spesso la gente segue solo il canto, specialmente noi italiani. Ma l’armonia è il sostegno di tutto. È come un edificio, se non ci fosse l’armonia a reggere, crollerebbe tutta la struttura. Allora, alla mia età non potevo iscrivermi ad una scuola di musica, così sono andato a lezioni private da un maestro di jazz. Ho così impegnato il mio cervello con lo studio dell’armonia per circa 4 anni, contemporaneamente ho studiato anche la lingua francese. Sono uscito così dalla statistica di quel medico, ma sono un sopravvissuto. 
Perciò, il fattore musicale è fondamentale, quello fotografico viene per necessità, per applicazione. Io ho conosciuto la musica all’età di 12 anni tramite la radio. Quindi tardissimo.

Per il resto, vivo sulla forza dell’ironia, sui valori che non ci sono più. Ma non vivo di speranze, né del passato. Vivo l’amarezza totale di questo presente. 

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