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Autore Andrea Caramanna :: 4 Giugno 2014

Dopo L'Età dell'innocenza, Scorsese torna ai temi più cari e firma Casinò, una sorta di sequel di Quei bravi ragazzi

Casino di Martin Scorsese

Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Nicholas Pileggi, Martin Scorsese
Interpreti: Robert De Niro, Sharon Stone, Joe Pesci, James Woods
Fotografia: Robert Richardson
Nazionalità: USA,1995

Dopo L'Età dell'innocenza, Scorsese torna ai temi più cari e firma Casinò, una sorta di sequel di Quei bravi ragazzi. Ma l'impronta di Casinò parte da fatti veri descritti da Nicholas Pileggi e ambientati negli anni '70, quando la mafia era padrona dei casinò di Las Vegas, un luogo fatale per tutti, non soltanto per giocatori.

Si inizia con l'esplosione di un auto. Dentro vi è appena salito Sam "Ace" Rothstein (De Niro), un formidabile esperto di scommesse e gioco d'azzardo, che ci racconta tutta la storia attraverso la sua voce fuori campo. I casinò sono delle macchine per far soldi, e per le cosche mafiose un’inesauribile risorsa. "Ace", mandato a Las Vegas per dirigere un casinò, in poco tempo riesce a farne una vera miniera d'oro sbaragliando truffatori e incompetenti, comportandosi da efficiente capitano d'industria. Al suo fianco la bellissima Ginger McKenna (Sharon Stone), ex prostituta d'alto bordo che lo ha sposato soltanto per il suo denaro e poi c'è il manesco boss Nicky Santoro (Joe Pesci), amico d'infanzia di Sam, che non si tira mai indietro quando c'è da eliminare qualcuno. Dopo l'ascesa, per i nostri eroi, come al solito, c'è l'inevitabile caduta. Il brutale e violento Nicky a furia di ammazzare e derubare diventa troppo pericoloso per i vecchi boss che dirigono da lontano le fruttuose operazioni e Ginger tra alcool e droga arriva a legare al letto la figlia, scegliendosi per di più come nuovo protettore, dopo il vecchio pappa-amante Lester Diamond (James Woods), lo stesso Nicky.

L'impressione è che in Casinò non ci siano delle idee sconvolgenti, e l'affresco della Las Vegas degli anni '70, quasi documentaristico in alcune parti, seppure filtrato attraverso la descrizione dei personaggi, non convince del tutto. L'uso delle voci fuori campo, quella di Nicky e Sam alternativamente, è poi il sintomo di una imbarazzante prolissità del testo. La prima parte risulta così ridondante di informazioni, che la voce off è costretta a fornire continue spiegazioni di quel che succede, ma la sensazione di confusione è inevitabile.

D'altra parte gli interpreti si destreggiano con elevata bravura. De Niro in un continuo dosaggio di compostezza, Pesci nella solita versione gigionesca ed eccessiva del gangster, e la Stone nel ruolo di donna senza scrupoli, i cui orribili compromessi porteranno però a distruzione, complici, come si è detto, alcool e droga.

Casinò, pur contenendo delle belle sequenze, merito soprattutto della fotografia di Richardson e delle scenografie di Ferretti, non possiede lo spessore drammatico e l'attrazione coinvolgente di Quei bravi ragazzi o di altri film di Scorsese.

 

 

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