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Autore Pierre Hombrebueno :: 5 Maggio 2016

Che nel corso degli anni il cinema si sia spinto sempre di più nell'esplorazione dei tabù sessuali più vari è una cosa evidente sotto i nostri occhi: omosessualità, masturbazione, sesso orale, fantasie bizzarre, sporche perversioni, e così via

Sex Tape

Che nel corso degli anni il cinema si sia spinto sempre di più nell'esplorazione dei tabù sessuali più vari è una cosa evidente sotto i nostri occhi: omosessualità, masturbazione, sesso orale, fantasie bizzarre, sporche perversioni, e così via fino a infrangere barriere e convenzioni mainstream. 

Delle volte trattasi di pellicole di nicchie; altre volte ancora, invece, sono titoli pluripremiati lanciati nei più prestigiosi festival del mondo. Un caso lampante è ad esempio La vita di Adele di Abdellatif Kechiche, che ha shockato critici e spettatori con la sua lunga ed esplicita scena di sesso lesbo tra Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux. Questo non ha però impedito al Festival di Cannes 2013 di attribuirgli il suo maggior riconoscimento, la Palma d'oro, e per di più dalle mani più insospettabili, quelle del capogiuria Steven Spielberg.

Forse più innocuo di quanto intenda far credere, ma è innegabile che abbia fatto alquanto discutere anche Wetlands di David Wnendt. Tratto dal romanzo Zone umide di Charlotte Roche, il film vede per protagonista una giovane ragazza eccentrica alle prese con le perversioni più viscide che si possano immaginare, tra masturbazione con ortaggi e scambi di tampax zuppi di sangue. 

Chiaro, poi, che in un argomento così non possa proprio mancare un'opera come Nymphomaniac di Lars Von Trier, con la martoriata protagonista in perenne esplorazione dell'eros non tanto per soddisfazione fisica, quanto per dolorosa dipendenza. A susseguirsi, allora, non sono solo scene sadomaso, sesso orale con sconosciuti sul treno e ménage à trois, ma anche un perenne senso di degradante disagio che passa attraverso il fisico devastato di Charlotte Gainsbourg.

[Leggi anche: Le migliori scene di sesso del cinema contemporaneo]

Infine, tanta intrippata perversione anche in Pornocrazia di Catherine Breillat. Il plot parla da solo: una donna ingaggia un omosessuale, il cui compito sarà rimanere a casa sua per osservarla nei suoi momenti più intimi e depravati. Amira Casar veste i panni dell'affascinante signora, mentre l'uomo in questione è niente di meno che... Rocco Siffredi!

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