Ritratto di Claudio Mundo
Autore Claudio Mundo :: 11 Maggio 2015

Dalla delicatezza di "Il pranzo di Babette" e "Sideways - In viaggio con Jack" alla dolce poesia di "Ratatouille" passando per la follia di "Hannibal" e "Il senso della vita". Quale il miglior rapporto tra cibo e cinema?

Il senso della vita

È risaputo che il cibo è emozione e vita e che l’adulazione gastronomica non fa che intensificarsi col trascorrere degli anni. Tralasciando le moderne suggestioni di prodotto televisivi come Masterchef e simili, si pensi a come il cibo sia spesso stato molto presente nelle diverse forme d’arte, anche in maniera ossessiva, si pensi per esempio alla pittura post-impressionista del francese Paul Cezanne. Il cinema non è esente da questo rapporto fra arte e cibo; diamo un’occhiata in quali diversi modi ha tentato di rappresentarlo, nel frattempo… buon appetito!

1. Iniziamo dalla meravigliosa animazione del 2007 degli studi Pixar: Ratatouille. La storia di Remy, topolino parigino stufo di condurre una ingorda vita da ratto mangia-rifiuti. Le straordinarie capacità culinarie di Remy lo condurranno in una bellissima avventura che lo renderà, dopo tante traversie e la lotta alla minaccia della cucina “precotta”, una celebrità nazionale. Chi non si è emozionato guardando la scena del severo critico gastronomico Anton Ego che, assaggiando una porzione di ratatouille, fa un viaggio proustiano ai tempi della sua infanzia e della sua adorata mamma?

2. Un meraviglioso viaggio lungo i vitigni della California è quello che si fa nel 2004 con Sideways - In viaggio con Jack. Commedia dolce-amara diretta da Alexander Payne, con protagonista un meraviglioso Paul Giamatti che disgraziatamente non ricevette la nomination all’Oscar. Giamatti è Miles, insegnante frustrato e aspirante scrittore che approfitta delle imminenti nozze dell’amico Jack (Thomas Haden Church) per fare insieme a lui il punto sulla sua vita. L’infedele Jack, però, vuole solo passare gli ultimi giorni da libertino. Si aiuteranno a vicenda a fare le scelte giuste.

3. Il pranzo di Babette vinse, nel 1987, l’Oscar al miglior film straniero. Si tratta probabilmente del più celebrato film sulla potenza scardinatrice della sensualità del cibo rispetto al conformismo delle piccole organizzazioni sociali, nella fattispecie quelle familiari e familistiche. L’austerità luterana danese di cui è imperniata l’ambientazione viene superata con forza dalla bontà del cibo e dall’amore con cui Babette prepara le pietanze, rendendo tutti gioviali e felici.

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4. Cambiando genere, cosa dire dei pranzi serviti dal dottor Lecter in Hannibal? Nel film del 2001 le portate principali erano fegato e cervella con scalogno e capperi. Tutto “fatto in casa” e con un budget “low cost”.

5. Epocale l’episodio al ristorante di Il Senso della Vita (1983) del gruppo comico britannico Monty Python. Il signor Creosote, gigantesco uomo grasso, divora tutto il menu del ristorante e continua a farlo anche quando, non potendone più, inizia a vomitare dappertutto. La mentina finale, digestiva e rinfrescante, concluderà l’opera autolesionista provocando un esplosione che coinvolgerà tutti i presenti, travolti da vomito e interiora. Per stomaci forti.

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