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Autore Erika Favaro :: 8 Febbraio 2016

Premiati anche Alex Garland di "Ex Machina" e Matthew Heineman per il documentario "Cartel Land"

DGA Award

Le serate di premiazione a Hollywood non finiscono mai e quel che è curioso è che tutti i premi sono detti “anticipatori degli Oscar”.  La settimana scorsa era il turno dei SAG Awards, i premi consegnati dal sindacato degli attori, sabato 6 febbraio invece si è tenuta la premiazione del DGA Award (Directors Guild of America Award), il riconoscimento assegnato ogni anno dal sindacato dei registi statunitensi. Il premio più importante della 68^ edizione è andato a Alejandro G. Iñárritu  per la sua regia di Revenant – Redivivo, film ancora nelle sale italiane con protagonista Leonardo Di Caprio nei panni di un cacciatore di pelli nel Nord Dakota dell’Ottocento.

Si tratta di una riconferma significativa visto che il cineasta messicano aveva vinto il premio come miglior regista anche l’anno scorso con Birdman. Secondo molti questo premio è un chiaro indicatore delle tendenze dell’Academy che saranno svelate solo il 28 febbraio durante la notte degli Oscar. Iñárritu  potrebbe quindi essere premiato con la famosa statuetta come Miglior Regista, titolo che si contende – tra gli altri – con Tom McCarthy (Il caso Spotlight) e Adam McKay (La grande scommessa), altri due film molto favoriti.

“Gli uomini duri non piangono, così ha detto Ridley Scott oggi ed ha ragione” ha detto il regista durante il suo discorso di ringraziamento durante il quale ha anche ricordato il padre e manifestato la sua stima a Leonardo Di Caprio. Il premio per il miglior regista di opera prima è invece andato ad Alex Garland, sceneggiatore e regista di Ex Machina, film rivelazione dell’anno scorso in cui si racconta del rapporto tra un essere umano e una macchina umanoide.

[Leggi anche: Leo DiCaprio, Brie Larson e gli altri vincitori dei SAG Awards]

Il DGA Award per il regista di documentario è andato a Matthew Heineman per il suo Cartel Land sulle lotte di trafficanti tra Messico e Stati Uniti. Il film è anche candidato agli Oscar come migliore documentario insieme a The Look of Silence, di Joshua Oppenheimer e ad Amy, la storia di Amy Winehouse.

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