Il film diretto da Teddy Chen debutta al FilmFest di Londra e ha come protagonista il campione Donnie Yen, impegnato in una storia che fonde arti marziali, azione, thriller e detective story. Tutto incastonato nel contensto contemporaneo di Hong Kong
L'ultimo action movie con Donnie Yen protagonista, Kung Fu Jungle, avrà la sua anteprima mondiale al London Film Festival, in programma dall'8 al 19 ottobre nella capitale inglese. Annunciato tra gli ultimi ingressi della line-up, il film sarà proiettato nella sezione Thrill domenica 12 ottobre a Empire Leicester Square. Il film è diretto dall'hong-konghese Teddy Chen, già autore di Bodyguards And Assassins, e vanta la presenza di Yen (Ip Man) nei panni di un ex istruttore di arti marziali imprigionato dopo aver ucciso un avversario. Nella pellicola recitano anche Wang Baoqiang, dalla Cina (Blind Shaft, Lost In Thailand), l'attrice di Hong Kong Charlie Young, vista già in Seven Swords, e Michelle Bai (The Viral Factor).
La produzione è affidata a Emperor Film Production Company, Sun Entertainment Culture e Beijing Silver Moon Productions, con il mercato internazionale in mano all'hong-konghese Emperor Motion Pictures. Chen ha descritto il film come "il mio primo esperimento di fusione tra cinema di arti marziali e quello d'azione contemporaneo di Hong Kong, con elementi thriller e in stile detective story". Chen non si risparmia e decide così di mettere molta carne al fuoco. Clare Stewart - British Film Institute - dichiara che Kung Fu Jungle è un thriller palpitante, una cavalcata senza respiro valorizzata da performance stellari da parte del cast.
Il cinema di arti marziali, da un decennio a questa parte, sta avendo una crescita in termini di successo e risposta nel mondo occidentale che non si riscocntrava dalle pellicole di genere degli anni Settanta, grazie anche all'intervento raffinato di Bruce Lee in quel tipo di cinematografia, che il campione riportò su livelli più umani dal punto di vista della credibilità ma che approfondì dal punto di vista psicologico, facendone quasi una ragione di vita. Il recupero del genere è stato facilitato dagli omaggi ripetuti di Tarantino e il successo odierno del cinema orientale conferma un genere in formissima, grazie anche alle commistioni come quella di Kung Fu Jungle.
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