Il regista russo Aleksey Fedorčenko verrà premiato al Festival di Roma con il Marc’Aurelio del Futuro
Sarà il regista russo Aleksey Fedorčenko il Marc’Aurelio del Futuro del Festival di Roma 2014, in programma dal 16 al 25 ottobre. Il direttore della kermesse Marco Müller ha parlato così dell’autore nato in Siberia nel 1966: «Aleksej Fedorčenko è una tra le figure assolutamente più originali nel panorama della produzione russa del Terzo Millennio, perché nel passaggio da un film all'altro ha saputo ogni volta reinventare genere e stile. Nella sua filmografia, il documentario è contraddetto dal mockumentary, il film drammatico e paesaggistico è ripensato in chiave di commedia panteista […] Lo spettatore è costretto a misurarsi con un universo di significati e sentimenti che deve riuscire a intuire, prima ancora di poter comprendere. Anche nel nuovissimo e scatenato Angeli della rivoluzione, dall’andamento di commedia satirica, la visionarietà delle immagini non è fine a se stessa. Serve a continuare la riflessione sui rapporti tra uomo e natura, a coniugare il fascino di una cultura tradizionale, vera o inventata che sia, con la violenza della Storia (del potere). E Fedorčenko si conferma, ancora una volta, come uno tra i pochi cineasti contemporanei capaci di inventare prospettive sempre rinnovate».
Dopo aver studiato ingegneria ed essersi laureato in drammaturgia, nel 2004 ha fondato una casa di produzione cinematografica e l’anno successivo ha realizzato il suo lungometraggio d’esordio, Primi sulla luna. Il film, un surreale mockumentary che racconta di un gruppo di astronauti russi che nel 1938 si preparavano a sbarcare sulla luna, ha vinto il premio Orizzonti Doc alla Mostra di Venezia.
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Il secondo lungometraggio The Railway (2007), una pellicola di finzione con una forte componente fantasy, non ha la medesima fortuna; ma sarà il suo terzo film a far conoscere ancor di più Fedorčenko al mondo della critica e degli appassionati. Silent Souls, un dramma intimo e con un forte spessore poetico, è in concorso alla Mostra di Venezia 2010, dove vince il premio per la miglior fotografia (semplicemente sublime) e il premio FIPRESCI della stampa internazionale.
Al Festival di Roma esordisce nel 2012 con Spose celesti dei Mari della pianura, una pellicola composta da ventitré cortometraggi al femminile che ricorda il Decamerone di Boccaccio.
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Fedorčenko partecipa inoltre a due progetti collettivi con altrettanti cortometraggi: The Fourth Dimensions, accanto a Harmony Korine e Jan Kwiecinski, e Venezia 70 – Future Reloaded, in cui settanta registi hanno reso il proprio omaggio alla settima arte e alla kermesse lagunare allo scoccare dei suoi primi settant’anni.
Al Festival di Roma di quest’anno, oltre a ritirare il premio, presenterà il suo quinto, attesissimo, lungometraggio: Angeli della rivoluzione. Ambientato nel 1934 e con protagonista un’affascinante combattente comunista chiamata a mettere ordine nel nord della Russia, Angeli della rivoluzione è il vero evento della manifestazione, accanto a Gone Girl di David Fincher e As the Gods Will di Takashi Miike.
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