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Autore Pierre Hombrebueno :: 14 Agosto 2015

Si è svolto a Locarno il panel "Women in Industry", che ha analizzato l'attuale situazione delle donne che lavorano nell'industria cinematografica. Per quanto i risultati siano incoraggianti, il lavoro da fare è ancora molto

Bettina Oberli

Il 34% dell'industria cinematografica svizzera è composto da donne. A rivelarlo, il panel Women in Industry: Spotlight on Success Stories appena tenutosi al 68° Festival di Locarno, che ha analizzato la stagione 2013-2014 facendo il punto sulla delicata questione delle disparità fra gender.

Considerando solo i produttori, la differenza nelle percentuali viene ancora meno: il 58% per gli uomini e il 42% per le donne. Di certo, però, è ancora troppo presto per iniziare a cantar vittoria; commenta la regista Bettiina Oberli (Tannod, Lovely Louise): “Penso che ci siano ancora territori che rimangono più esclusivi degli uomini, come i film dell'orrore, i film di genere e, sicuramente, le pellicole ad alto budget. Più soldi ci sono e meno donne figurano. Fare film costa molto denaro, e gli uomini sono ritenuti più affidabili quando c'è di mezzo un grosso budget".

La percentuale di donne che lavorano nell'industria svizzera è più alta rispetto la media europea, ma inferiore se paragonata ad alcuni paesi. Pensiamo ad esempio alla Svezia: nel 2014, il 50% dei film che hanno avuto una sovvenzione è stato girato da donne, il 61% sceneggiato da donne, e il 69% prodotto da donne. Non a caso, prendendo il Festival di Berlino del 2014, 3 dei 4 film svedesi presentati avevano una chiara impronta femminile. 

A incoraggiare gli altri paesi, Anna Serner della Swedish Film Institute: “Bisogna veramente cambiare. Passare dalle parole ai fatti. Abbiamo dimostrato come sia possibile, per un fondo pubblico, fare la differenza (..) Dobbiamo continuare a lavorare per coinvolgere tutti. Ci vorrà ancora tempo prima che tutte le decisioni siano prese con una posizione neutrale nei confronti del gender”. 

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Conclude Francine Raveney della European Women’s Audiovisual Network: “A scuola di cinema e durante i primissimi passi nel lavoro c'è una maggior eguaglianza, ma è quando una donna entra veramente nell'industria che diventa difficile mantenere i propri punti d'appoggio ed essere riconosciute come creatrici talentuose”. 

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