I migliori film di Clint Eastwood? Non scervellatevi, perché a svelarci la classifica è stato il regista stesso, che ha parlato di quelli che, secondo lui, sono stati i film più belli che ha girato durante la sua lunga carriera
Analizzare la propria carriera non è mai una cosa facile per nessuno, figuriamoci per un cineasta come Clint Eastwood, che gira film da quasi mezzo secolo. Eppure, l'autore ci aveva provato nel 2010 in un'intervista ad NBC, elencando quelle che secondo lui sono le sue 6 migliori pellicole, o perlomeno quelle che preferisce. Vediamole in dettaglio, con tanto di commenti da parte del Clint.
IL TEXANO DAGLI OCCHI DI GHIACCIO (1976)
“Era il primo western che giravo dai film anni '60 di Sergio Leone. Venne fuori negli anni '70 mentre il popolo era agitato dal Vietnam. Ha parlato della guerra, e di come possa squarciare il cuore e l'anima. Ma ha anche affrontato il ringiovanimento di un cinico, ridando uno scopo alla sua vita con una famiglia surrogata”.
BIRD (1988)
“Era una bella storia di qualcuno di cui ammiravo molto la musica. Era un buon script che analizzava il lato auto-distruttivo della personalità: persone che insistono nell'affondare nell'abisso. Il successo, l'essere idolatrati da altri musicisti – nulla di tutto questo era sufficiente”.
GLI SPIETATI (1992)
“Ho amato la sceneggiatura di Gli Spietati. Dovevi entrarci dentro per capire chi fosse il protagonista e chi l'antagonista. Anche i cattivi, salvo i cowboys sbandati, avevano buoni punti per il proprio personaggio, e avevano dei sogni. Little Bill (Gene Hackman) voleva solo una vita pacifica, credeva di star facendo la cosa giusta. L'eroe, invece, ha agito d'istinto. Era una storia molto ricca e uno script molto intelligente”.
MYSTIC RIVER (2003)
"Mi è piaciuto il libro e la sceneggiatura di Brian Helgeland. La maniera in cui qualche volta il fato ci riservi sfortuna, per poi andare solo in peggiorando. Nessuno può farci nulla. Nessuna dose di sani consigli che possa fermare il treno”.
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MILLION DOLLAR BABY (2004)
"Mi ha attirato perchè era una storia sulla famiglia – la ricerca per una figlia con cui lui non aveva più rapporti, e la ricerca per un padre che non era più lì per lei. Erano entrambi reticenti, ma si sono ritrovati ad affrontare insieme una prova tra le più dolorose possibili”.
LETTERE DA IWO JIMA (2006)
“Ero orgoglioso di Lettere da Iwo Jima. Ho avuto l'idea di farlo mentre stavo girando Flags of our Fathers, che riguardava l'invasione americana dell'isola. Solo che stavolta volevo parlare dei difensori dell'isola, di come sarebbe stato esserci, sentirsi dire che tornare a casa non faceva parte dei piani. Poi, i giapponesi stavano affrontando il proprio annientamento, ma non hanno mai perso la speranza. E questo, nonostante molti di loro volessero tornare a casa, proprio come qualsiasi altro soldato”.
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