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Autore Erika Favaro :: 25 Novembre 2015

"Non credo nella violenza come reazione alla violenza": ecco perché l'attore di "Men in black" non ha recitato nel film di Tarantino

Will Smith

Forse non tutti sanno che qualche anno fa Quentin Tarantino, mentre si preparava a girare Django Unchained, aveva offerto il ruolo di protagonista a Will Smith. L’attore di Hitch avrebbe dovuto interpretare lo schiavo ribelle e vendicatore, ruolo che è stato poi assegnato a Jamie Foxx. All’epoca Smith aveva rifiutato perché già impegnato nella lavorazione del terzo capitolo di Men in Black, ma questa non sembra essere stata l’unica motivazione. Dopo aver letto la sceneggiatura, scritta dallo stesso Tarantino, ispirata al western di Sergio Corbucci del 1966, Will Smith aveva rifiutato l’offerta anche per paura che il ruolo di Christoph Waltz – il cacciatore di taglie di origini tedesche – avrebbe rubato la scena al protagonista.

Evidentemente questi timori sono stati smentiti, il film è stato un successo mondiale e tra i due personaggi c’è molto equilibrio, Waltz non ruba la scena a nessuno e per di più vinse l’Oscar come Migliore Attore non protagonista.

In occasione dell’annuale tavola rotonda del The Hollywood Reporter, Smith è tornato sull’argomento, dicendo di aver rifiutato il ruolo di Django anche perché sarebbe andato contro i suoi principi. “Non credo nella violenza come reazione alla violenza” ha dichiarato, facendo ovviamente riferimento alle decine di scene estremamente violente del film di Tarantino. Non è certo una novità però che il regista di Pulp Fiction ricorra al sangue e alla violenza volutamente chiedendo in modo implicito allo spettatore di riflettere su quali sono le sue reazioni innanzi alla finzione cinematografica. Will Smith ha anche aggiunto che al posto di Tarantino lui avrebbe privilegiato l’aspetto romantico della trama (Django combatte e rischia la vita per riuscire a salvare la donna che ama), svolta che probabilmente gli estimatori di Tarantino non avrebbero gradito.

[Leggi anche: Jared Leto, Will Smith e Tom Hardy in "Suicide Squad" di David Ayer]

L’attore ha poi fatto riferimento ai tragici fatti  di Parigi, sostenendo che si deve uscire dal circolo vizioso del male perché la violenza genera solo violenza. E visto che in questo caso si parla di vita reale non si può che essere d’accordo con lui. 

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