Presentato al Festival di Cannes il documentario "Hitchcock/Truffaut" di Kent Jones, che per l'occasione ha radunato alcuni dei migliori registi del panorama (da Scorsese a Fincher) per sviscerare ancora una volta il cinema di Alfred Hitchcock
Uno dei film più rigorosamente cinefili presentati al Festival di Cannes in questi giorni è senza ombra di dubbio Hitchcock/Truffaut, documentario firmato da Kent Jones sulla leggendaria intervista che il giovane Francois Truffaut fece ad Alfred Hitchcock nel 1962. I due parlarono di cinema raccogliendo 27 ore di dichiarazioni (!!), in parte poi trascritte nel libro Il cinema secondo Hitchcock, imprescindibile per tutti i malati di cinema.
E se detta così sembrerebbe già che Jones ci abbia regalato una vera perla, trovata geniale della pellicola è quella di aver coinvolto diversi tra i registi più affermati di oggi, che per l'occasione hanno parlato del loro rapporto con Hitchcock e della maniera in cui il suo cinema li ha influenzati. E non ci stiamo riferendo a qualche cineasta di serie b, bensì a nomi che comprendono, tra gli altri, Martin Scorsese, David Fincher, Richard Linklater, Peter Bogdanovich, Paul Schrader, Olivier Assayas, Wes Anderson e addirittura Arnaud Desplechin. Una squadra fortissima radunata da Jones per sviscerare al meglio l'eredità hitchcockiana, partendo da due capolavori come Psycho e La donna che visse due volte.
“Volevo fare un film su come si facciano film, per questo ho voluto dei cineasti, e non degli esperti – rivela Jones sulle pagine di Indiewire – Ho coinvolto dei registi in attività che potessero allargare la conversazione, che volevo continuare e rendere più grande”. Prosegue: “L'opera si è focalizzata su Psycho e La donna che visse due volte perché era lì che fluiva l'energia, era la direzione su cui sono andate le persone intervistate”.
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Al momento, Hitchcock/Truffaut non ha ancora una data di distribuzione da nessuna parte del mondo. Con tutta probabilità, spunterà direttamente fuori nei canali di streaming online tipo Netflix, anche se pagheremmo oro pur di godercelo nel buio di una sala cinematografica. Chissà se non possa essere presente in qualche imminente festival italiano? Magari, a Il cinema ritrovato di Bologna, da sempre attento a queste chicche iper-cinefile da sognatori fuori tempo massimo. O, perché no, alle rassegne milanesi e romane sui film di Cannes previste questo giugno: noi incrociamo le dita.
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