Ritratto di Andrea Caramanna
Autore Andrea Caramanna :: 19 Luglio 2020
A Jean Eustache di Milena Gabanelli

A Jean Eustache di Milena Gabanelli

A Jean Eustache

Riflessione "ritrovata" di Jean Eustache sul destino, la fine del cinema, diretto da Milena Gabanelli

Film che viene dalla Cineteca di Milano che per ora forse lo tiene per pochi giorni, poi forse sarà disponibile nuovamente.

Risulta un documento imperdibile in quanto contiene una riflessione sul cinema di un grande cineasta francese, Jean Eustache. Per di più prima che poi si suicidasse di ritorno a Parigi.

Jean Eustache era stato invitato a Bologna da Milena Gabanelli, che allora si occupava di cinema, scrivendone e organizzando rassegne con una associazione "F for Fake".

Il cortometraggio è presentato con l'introduzione della stessa Gabanelli che continua a parlare imbarazzata di quest'opera, vergognandosi delle lunghe riprese, che sembrano un po' fini a se stesse. Invece sono la più grande arma a disposizione del cinema che pensa. Laddove interrompe il flusso dei pensieri collettivi che non riescono a posarsi più sulle cose essenziali, sul flusso stesso della vita più autentica.

Eustache appare molto turbato per la difficoltà dell'uomo a crescere in una società che lo attornia di false notizie e stucchevole politica. Occuparsi della guerra del Vietnam o in Algeria sarebbe stato più serio per lui? Che invece preferiva semplicemente occuparsi di sesso o di letteratura, perché le grandi opere come Le affinità elettive di Goethe o La condizione umana di Malraux gli regalano più aperture sulla verità del mondo.

Un mondo che forse il regista Eustache rifiuterà da lì a poco, per la sua poca sostenibilità o più semplicemente perché non si hanno le forze sufficienti per combattere in certi momenti della vita.

Il documentario della Gabanelli riesce a cogliere dolorosamente questa spirituale "disperazione": l'anelito del regista ad esser lasciato tranquillo, a non essere etichettato, con l'appiccicosa "politica", di una presunta militanza che negli anni della Nouvelle Vague stava già stretta a cineasti come Godard. Insofferente per necessità esistenziale e non per capriccio da star.

Qui il link al sito della Cineteca di Milano
https://www.cinetecamilano.it/biblioteca/catalogo/record/2113

Voto della redazione: 

4

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