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Autore Camilla Maccaferri :: 20 Ottobre 2014

Recensione di Guardiani della Galassia. Un gruppo anticonvenzionale di divertenti supereroi per salvare l'universo

Per essere uno che viene dalla Troma, Peter Gunn ne ha fatta di strada. Dopo aver scritto, e co-diretto (anche se non accreditato) un caposaldo trash come Tromeo and Juliet e un paio di fanta-movie non molto fortunati (Slither del 2006 e Super del 2010) il regista classe 1970 si trova  alle prese con un kolossal Marvel tratto da una serie meno conosciuta di fumetti, I guardiani della galassia. E se la cava egregiamente.

Peter Quill (Chris Pratt) è un pirata spaziale sbruffone e seduttore impenitente, rapito dalla sua famiglia terrestre ancora bambino, dopo la morte della madre, dai Ravagers, fuorilegge siderali. Quando gli commissionano di rubare una misteriosa sfera, si ritrova in un mare di guai universali.

Perfettamente bilanciato tra azione e ironia, riuscendo finalmente a mettere a punto la ricetta ampiamente collaudata (ma non più di tanto funzionante) con la saga di Iron Man, Guardiani della galassia è puro divertimento di qualità, un piacere per gli occhi grazie a effetti speciali e 3D eccezionali, ma anche un esempio di solida scrittura dei personaggi, regalando una galleria di protagonisti e comprimari che costituiscono un gruppo efficacissimo al quale è impossibile non affezionarsi fin da subito.

Contaminando Guerre Stellari (la coppia di cacciatori di taglie Rocket-Groot ha più di un debito con Han Solo e Chewbacca) con Superman (l’orfano terrestre venuto dallo spazio), la bellezza aliena dei Na’vi di Avatar (non a caso torna Zoë Saldaña, stavolta verde invece che blu, ma sempre bellissima e agilissima) e tanta tradizione sci-fi, il film gioca abilmente con i soliti clichés della narrazione epica hollywoodiana (il cattivo che vuole dominare l’universo, il congegno che conferisce il potere assoluto), rileggendoli con intelligenza senza annoiare mai. Geniale l’espediente del walkman attraverso cui viene veicolata una delle colonne sonore più riuscite dei film Marvel, che alterna i Jackson Five ai Runaways, culminando nell’impiego, tanto calzante da emozionare, di Moonage Daydream di David Bowie in una sequenza effettivamente spaziale.

Buona prova dello sconosciuto Chris Pratt nei panni dell’antieroe romantico e guascone, ma soprattutto eccezionali i personaggi di contorno, con il vertice raggiunto dalla strana coppia Rocket (un procione modificato geneticamente, scaltro e trafficone) e Groot (uno strano essere, sorta di albero antropomorfo, che si esprime ripetendo sempre la stessa frase), in originale doppiati da Bradley Cooper e Vin Diesel.  Il wrestler David Bautista interpreta l’imponente Guardiano Drax il Distruttore, Benicio Del Toro compare nel ruolo del collezionista Taneleer Tivan, Glenn Close è la leader dei Nova Corps, mentre John C. Riley è uno dei poliziotti. Interessanti e ben bilanciati anche i villains, l’ambizioso Ronan (Lee Pace) e il divino Thanos, interpretato da Josh Brolin grazie alla Performance Capture.

Tra una risata e un’immancabile lacrimuccia, spettacolari combattimenti e inseguimenti spaziali, trovano posto anche (e si sente odore di “Troma Touch”) irresistibili riferimenti alla cultura pop, come la trama di Footloose narrata come se fosse un racconto epico o l’apparizione finale di uno special guest che farà la felicità di chi era bambino negli anni Ottanta.

Un prodotto ben costruito che dosa perfettamente tutti gli ingredienti del blockbuster di cui, fra tanti kolossal superomistici tutti uguali e mortalmente noiosi, si sentiva la mancanza. 

Trailer di Guardiani della galassia

Voto della redazione: 

3

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