Una delle caratteristiche fondamentali per l’attore è la presenza fisica, dunque ecco due tecniche, la Alexander Technique e la Williamson Technique, in grado di permettere all'attore di controllare al meglio il proprio corpo
La preparazione dell’attore professionista si focalizza su tutto il suo corpo, utilizzato come mezzo per esprimere al meglio la performance. La voce, la mente, il cuore ed il corpo devono essere allenati affinché siano pronti a rispondere ai giusti stimoli provenienti dal set. Una delle caratteristiche che risulta essere di fondamentale importanza per l’attore è la presenza fisica, dunque ecco due esempi di tecniche base che chiunque voglia intraprendere la carriera di attore dovrebbe tenere in considerazione.
Alexander Technique, questa pratica è piuttosto conosciuta ed implica strategie volte alla conoscenza del proprio corpo tese a correggere quella tensione che risulta non necessaria, superflua tanto in attori quanto in non-attori. Frederick Matthias Alexander ha sviluppato questa tecnica negli ultimi anni del 1800 per combattere i suoi personali problemi vocali. Alexander apprese immediatamente che eliminando alcune abitudini posturali e inerenti alla modalità adottata per respirare avrebbe trovato la chiave per ottenere il massimo dalla propria funzionalità fisica. La Alexander Technique è divenuta materia di insegnamento in molti programmi di allenamento diffusi in tutto il mondo e molti attori ritengono che essa sia stata la soluzione a molti dei loro problemi fisici e vocali.
Un’altra tecnica molto utile e diffusa a livello mondiale è denominata la Williamson Technique. Creata dall’attore nonché insegnante Lloyd Williamson, si tratta di una sorta di accompagnamento fisico al training intellettuale di Sanford Meisner, conosciuta anche come “il processo fisico di comunicazione nella recitazione”. Basata sui cinque sensi, la Williamson Technique insegna che una maggiore consapevolezza della stimolazione dei sensi è in grado di creare esperienza per l’attore in modo tale da permettere all’attore di iniziare a forgiare un comportamento che sia di reazione a quell’esperienza vissuta. Dunque l’osservazione sensoriale crea l’esperienza, l’esperienza ispira il comportamento ed il comportamento crea nuove stimolazioni sensoriali: il circolo continua all’infinito.
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