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Autore Andrea Caramanna :: 20 Aprile 2014

È bene ricordare subito che Captives è nato come film per la televisione. Finanziato più di due anni fa dall'inglese BBC, è approdato alle "Notti" della mostra veneziana nel 94

Captives

Regia: Angela Pope
Interpreti: Tim Roth, Julia Ormond
Nazionalità: Gran Bretagna, 1994

È bene ricordare subito che Captives è nato come film per la televisione. Finanziato più di due anni fa dall'inglese BBC, è approdato alle "Notti" della mostra veneziana nel 94. Evidentemente si è ritenuto fattibile il passaggio sul grande schermo.

La regista Angela Pope è un'abile documentarista che si è occupata di vicende legate all'AIDS, e ha girato Captives rispettando i canoni televisivi. Il risultato è un ritmo inadeguato alla dimensione cinematografica, risentendo di eccessive pause e finendo con l'appiattire il piano narrativo di una storia che dovrebbe svilupparsi sulle ali della suspense come ogni buon thriller. La fotografia ha la patina degli sceneggiati televisivi e rimane fin troppo asettica, con la conseguenza che tutti gli esterni e le sequenze girate all'interno del carcere londinese di Wandsworth non sono sfruttati al massimo.

La Pope dimostra invece fine sensibilità nel mettere in risalto le solitudini dei vari personaggi e non soltanto quelle dei due protagonisti: la bellissima Julia Ormond, che ben presto vedremo nei panni di Sabrina nel remake di Pollack del film di Billy Wilder e già distintasi in The Baby of Macon di Greenaway, piuttosto che nel Il Primo  cavaliere e Vento di passioni. E il tarantiniano (Le iene, Pulp fiction) Tim Roth, che qui ricorda la sua straordinaria interpretazione del killer  in Little Odessa.

Gli altri personaggi appaiono e spariscono come delle ombre e persino il passato dei due protagonisti è velato dal mistero, o meglio, mancano, come spesso si usa, i flashback che ci fanno rivivere le loro personali tragedie, in particolare in questo caso, l'uccisione della moglie da parte del condannato Philip, che egli stesso descrive con minuziosa e inquietante precisione.

La vicenda narrata in Captives, di una donna dentista che si innamora perdutamente di un galeotto uxoricida, tocca il suo apice nella selvaggia scena di amplesso nella toilette di un pub e nel finale bagnato di sangue. Captives, nonostante i difetti di cui si è detto, risulta un'opera interessante e riesce a coinvolgere per tutti i 100 minuti della sua durata.

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