Ritratto di Andrea Caramanna
Autore Andrea Caramanna :: 7 Gennaio 2014

Cast d'eccezione, tre attrici scatenate, tre donne ancora più scatenate quando si tratta di organizzare la vendetta contro i mariti, rei di averle scaricate per delle affascinanti lolite. La recensione

Titolo originale: The First Wives Club
Regia: Hugh Wilson
Sceneggiatura: Robert Harling, basata sul romanzo di Olivia Goldsmith
Fotografia: Donald Thorin
Musica: Marc Shaiman
Nazionalità: USA 1996
Interpreti: Bette Midler, Diane Keaton, Goldie Hawn, Maggie Smith, Sarah Jessica Parker, Dan Hedaya

La trama
Quando un'amica comune si suicida, Brenda, Elise e Annie, si incontrano di nuovo dai tempi del college. Accomunate  dal disastroso rapporto con i rispettivi mariti, meditano la vendetta fondando il club delle prime mogli.

Cast d'eccezione, tre attrici scatenate, tre donne ancora più scatenate quando si tratta di organizzare la vendetta contro i mariti, rei di averle scaricate per delle affascinanti lolite (tra cui si rivede la Berkley di Showgirl). Il club delle prime mogli gira intorno a temi ritriti (anche al cinema), certo non sfiora (perché, beninteso, non vuole farlo) l'analisi sociologica di costume. Ha la struttura di una commedia, ma per smorfie, balletti e azione sembra più una grottesca mistura tra cartoon e musical (senza musica). La Hawn, quanto a mossette, la fa da padrone, non fosse altro che la aiutano le siliconature delle labbra con le quali potrebbe anche schiacciare l'occhiolino. Il film si sviluppa su una serie di vivaci gags. Le interpreti, grazie alla spumeggiante verve attoriale, alla recitazione costantemente sopra le righe, riescono a salvare un copione squilibrato. Evidentemente sia lo sceneggiatore Robert Harling, che il regista Hugh Wilson, noto soprattutto per Scuola di polizia, hanno puntato tutto sul ritmo. Ciononostante, se alcune parti - quelle iniziali - risultano scoppiettanti altre - quelle della parte centrale - sono lente e noiose.

Abolito l'intento di affrontare più o meno seriamente tematiche di costume, di svolgere riflessioni di carattere postfemminista o altra roba del genere, l'unico obiettivo è quello di divertire il pubblico, di stordirlo con il lusso à gogo dell'upper class americana, tra aste da Sotheby's, Lamborghini, e locali trendy dal sofisticato design. Peccato, perché quando alla fine le tre amiche si mettono a ballare e cantare allegramente per strada, sono irresistibili: Il club delle prime mogli poteva essere un buon musical...

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