Alla faccia di tutte le convenzioni e di chi pretendeva dei tagli alla sua "commedia", Monteiro è uno dei più autentici registi contemporanei. La recensione
Regia: Joao Cesar Monteiro
Interpreti: Joao Cesar Monteiro, Claudia Teixeira, Manuela De Freitas, Raquel Ascensao
Nazionalità: Portogallo, 1995
Alla faccia di tutte le convenzioni e di chi pretendeva dei tagli alla sua "commedia", Monteiro è uno dei più autentici registi contemporanei. Lo diciamo senza tentennamenti, perché raramente si incontrano al cinema autori tanto coraggiosi, così disposti a spogliarsi, a denudare e rappresentare anche le più inconfessabili inclinazioni. Non vogliamo schierarci dalla parte dei pedofili. Non si tratta qui di pedofilia, ma dell'abbattimento di barriere tra vecchi e giovani. La dimostrazione che quando c'è la voglia di giocare, di esplorare sconosciuti impulsi tutto può accadere nei rapporti tra i due sessi. Il gelataio, signor De Deus, principale della gelateria Il Paradiso del gelato, non adesca le giovani impiegate. Sono piuttosto le fanciulle ad essere attratte dal fascino del gelataio.
Prima Rosarinho scopre nuovi giochi, libera la fantasia in una scena di intensità metafisica, dove finge di nuotare sdraiata su un tavolo, poi Joaninha, la figlia del macellaio, si lascerà andare alle dolci sensazioni di un bagno di latte. Il tutto è narrato con una scansione del tempo fuori dalla norma. Lunghissimi primi piani, sequenze interminabili, imperniate su inquadrature fisse. Ma Monteiro non annoia un solo istante, e il film potrebbe continuare per molte ore.
La filosofia di vita di De Deus non scaturisce soltanto dalle sue "perversioni", dalla preferenza per le giovinette, alla raccolta-collezione di peli pubici in un album intitolato “Il libro dei pensieri”. La preparazione dei gelati si compie attraverso l'esecuzione di indecenti rituali. E anche la conduzione della bottega è sottoposta a numerose fobie, prima fra tutte, quella per la pulizia e le norme igieniche. Ma non tutti possono comprendere le virtù di Joao. Virtù che spesso sono considerate vizi da condannare. E alla fine il macellaio, padre della compromessa fanciulla, lo massacrerà di botte, come quell'agnello che aveva macellato, simbolo di sacrifici, e redenzione per l'umanità.
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