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Autore Andrea Caramanna :: 6 Gennaio 2014

L'esercito delle 12 scimmie al festival di Berlino ha raccolto solo applausi e nessun premio. La recensione

Regia: Terry Gilliam
Interpreti: Bruce Willis, Brad Pitt, Madeleine Stowe
Nazionalità: USA, 1995

Presentato al festival di Berlino L'esercito delle 12 scimmie, in quella occasione ha raccolto solo applausi e nessun premio. Che l'ultimo film dell'ex Monty Python sia stato sottovalutato dall'evento tedesco dispiace non poco. Al contrario la critica francese è apparsa entusiasta, ed il motivo non è soltanto "patriottico" dal momento che la pellicola delle 12 scimmie ha preso spunto da un vecchio cortometraggio (La Jetèe) francese del '62 di Chris Marker.

Un bambino all'aeroporto assiste a un omicidio. Molti anni più tardi degli scienziati tentano di sfruttare i ricordi della sua mente per salvare l'umanità decimata dalla terza guerra mondiale. Con qualche variante è anche la storia di James Cole (Bruce Willis), un detenuto condannato all'ergastolo che viene spedito indietro nel tempo. Dall'anno 2035 all'anno 1996, data in cui esploderà sulla terra una catastrofica epidemia. Cinque miliardi saranno le vittime e a circolare per le strade rimarranno solo gli animali, mentre i pochi superstiti troveranno rifugio sottoterra. Durante la missione James incontrerà una bella psichiatra, Kathryn Rally (Madeleine Stowe), la quale si convincerà delle improbabili profezie, per le quali ovviamente James viene scambiato per pazzo. Per salvare l'umanità occorre fermare l'esercito delle 12 scimmie, comandato da un folle animalista, Jeffrey Goines (Brad Pitt).

È il caso di lodare il cast tecnico data l'opulenza di elementi in gioco, sapientemente orchestrati dall'estro visionario e compositivo di Gilliam. Sceneggiatori Janet e David Peoples (Blade Runner). Scenografia di Jeffrey Beecroft (Balla coi lupi). Fotografia di Roger Pratt (Frankenstein, Mona Lisa, Batman). Se il tema principale, il viaggio nel tempo, non è certamente roba nuova, per Gilliam diventa un pretesto per rappresentare il suo mondo interiore: un mondo popolato da incubi neri, dal caos indecifrabile dell'esistenza umana. E dove la tragedia del vivente si trasforma sovente in ironica farsa. La forza evocativa della maggior parte delle immagini fa il film e le poche cadute di tono, conseguenza della traboccante energia del regista, possono essere perdonate. Esemplare la direzione degli attori. Tra i quali, non soltanto perché protagonista, svetta un eccezionale, quanto insolito, Willis, lontano dagli abituali ruoli di eroe muscolare. E naturalmente Brad Pitt. Ostinatissimo nel conquistarsi la parte del folle Goines, l'attore americano ci ha visto giusto e ha anche ricevuto una nomination all'Oscar come  attore non protagonista.

Infine un appunto per cinefili. L'esercito delle 12 scimmie (Twelve Monkeys) contiene numerose e lunghe citazioni. Da Hitchcock con Vertigo e Gli uccelli a, non poteva essere altrimenti, Monkey business dei fratelli Marx.

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