Scopriamo tre titoli, appartenenti rispettivamente al genere fantascienza, horror e commedia musicale, divenuti film cult ma ricchi di misteri dietro le quinte da svelare!
Girare un film è un’impresa ardua, è considerazione nota che tale operazione richieda tempo, impegno e dedizione. Infatti, girare una singola scena richiede diverse ore. L’aspetto che sorprende maggiormente è il risultato finale: spesso il lavoro sul set cinematografico non sembra andare per il meglio, tra ritardi, imprevisti e collaborazioni poco piacevoli, ma il prodotto finale può dare origine a dei veri e propri capolavori senza che inizialmente sul set ci fossero le basi più opportune! Scopriamo insieme 3 titoli di lungometraggi che hanno fatto la fortuna del genere a cui appartengono, sono divenuti film cult, ma sono stati soggetti a non poche complicazioni durante le riprese! Abbiamo rischiato di non vederli perché…
Uno dei film cult del genere fantascientifico che ultimamente sta ritornando a far parlare di sé per il futuro sequel è Blade Runner. Non è un segreto che il regista Ridley Scott e gli studios non siano mai andati d’amore e d’accordo, soprattutto riguardo la questione del final cut. Aggiungendo il fatto che l’attrice Sean Young ha maturato negli anni la reputazione di essere una personalità difficile con cui lavorare, sembrano chiare le motivazioni che rischiavano di far saltare in aria uno dei progetti più ambiziosi ed innovativi mai prodotti negli anni Ottanta.
Visto ormai da intere generazioni e considerato da tutti uno dei film più profondamente terrificanti mai concepito, L’Esorcista è stato considerato un set maledetto. Alcuni eventi creano un alone di mistero e di sventura intorno alla pellicola horror. Per esempio, Jack MacGowran, che interpretò il personaggio di Burke Dennings morì poco dopo aver terminato le riprese!
[Leggi anche: Da "L'Esorcista" a "Annabelle". Viaggio tra i set maledetti del cinema horror]
E ancora, The Blues Brothers, che risentì di alcune “cattive abitudini” proprie dei protagonisti… John Belushi (Jake “Joliet” Blues) era solito assumere sostanze stupefacenti e di conseguenza era solito creare non pochi problemi all’interno del set. Il suo amore per la cocaina era indiscusso e, nel momento in cui si accingeva a girare The Blues Brothers, assumeva anche LSD e mescalina. Dan Aykroyd (Elwood Blues), invece, aveva l’insana abitudine di imporre la sua visione delle cose, il suo modo di vedere il film. La sua cura maniacale dei dettagli lo condusse a scrivere una prima versione della sceneggiatura di 324 pagine, quando generalmente un copione si aggira intorno alle 90, massimo 120 pagine. Alla fine la produzione optò per una versione di 135 pagine circa, ossia la versione che tutti noi oggi conosciamo.
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