Ritratto di Pierre Hombrebueno
Autore Pierre Hombrebueno :: 7 Ottobre 2015

Diventare un regista professionista significa spesso esser disposti a sacrificare, in nome di un sogno e un'aspirazione, molti aspetti della vita personale. Vediamo quali nel video di Simon Cade

La vita stressante del regista

Quanto costa essere un cineasta? E non stiamo parlando dei soldi che servono per girare un film, bensì di tutti gli altri sacrifici che una persona dev'essere disposta a fare se vuole inserirsi in un mestiere così difficile e complicato. A rispondere alla domanda è un video del giovane Simon Cade riportato dal sempre ottimo NoFilmSchool.

Come potete immaginare, quello del film-maker non è un lavoro qualunque in cui uno va in ufficio, timbra il cartellino, a metà giornata va a pausa pranzo e infine dopo tot ore finisce, torna a casa e può riposarsi. Al contrario, è un impegno che potrebbe non avere orari e che rischia potenzialmente di mangiare tutto il vostro tempo libero: questo significa aver sempre meno occasioni da passare con gli amici, la propria famiglia, e tutto ciò che potremmo definire “hobby e affini”. Ci sono persone miracolate che riescono a equilibrare i due piatti della bilancia, ma il più delle volte, gli aspiranti registi, quelli in perenne scrittura di una sceneggiatura, in costante lavoro sul cortometraggio di turno o con gli occhi fermamente attaccati su uno schermo, hanno ormai detto addio a qualsiasi tipo di vita sociale. 

Parentesi: come fa notare l'autore del video, in verità il continuo lavoro non è detto che sia per forza una cosa positiva, anche se fatto in nome della creatività e dell'arte. Il riposo, infatti, serve per ricaricare le batterie ed essere più produttivi, oltre che, ovviamente, sani. Quindi, fate ben attenzione, che rimanere ossessivamente focalizzati sul lavoro comporta maggior delirio, e con esso dei risultati peggiori sul vostro rendimento generale. 

[Leggi anche: I consigli di 16 professionisti hollywoodiani ai giovani che vogliono lavorare nel cinema]

Per quanto Cade spinga poi l'utente a perseguire con fervore il proprio sogno di fare un bel film o di diventare un regista professionista, non dimentica però la parte dura della realtà: alta è la probabilità di non farcela, e questo significa che è decisamente meglio avere un piano b, una possibile seconda occupazione in caso tutte le cose su cui abbiamo investito tempo e sangue cadessero a pezzi. Non dimenticatevi il mondo che avete attorno: se siete uno studente, non perdete focus sui vostri voti e sul vostro rendimento scolastico; se siete già dei lavoratori, non fatevi licenziare dormendo in ufficio! 

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