Pellicole che mostrano il complesso e affascinante rapporto tra due media così lontani e così vicini
Soprattutto all’inizio il rapporto tra televisione e cinema non è stato facile. Quando arriva un nuovo medium spesso quelli pre-esistenti si spaventano, hanno paura di essere sostituiti, ma come abbiamo visto non è andata esattamente così e oggi – nel bel mezzo di un’altra rivoluzione mediatica – tv e settima arte sono ancora vive e vegete.
Il cinema ha cercato in modi diversi di raccontare il piccolo schermo e i risultati a volte sono notevoli, vediamone alcuni:
Videodrome
Max Renn (James Woods), presidente di un’emittente televisiva di Toronto è stanco dei programmi mandati in onda dal suo canale. Preso dalla noia trova Videodrome, un’emittente clandestina che trasmette scene di omicidi e torture, ma dopo qualche tempo si accorgerà che la visione provoca un grave tumore al cervello.
The Truman Show
È forse il film dedicato alla televisione dei primi anni Duemila più celebre e più riuscito. Il protagonista interpretato da Jim Carrey si accorge di vivere in una realtà fittizia solo grazie ad un incidente che vede la caduta di un faro da quello che lui considerava essere il cielo. Una riflessione sul voyeurismo, sulla privacy e sulla morbosità dello sguardo.
Quinto potere
Howard Beale (Peter Finch) è un conduttore televisivo che dopo 25 anni di servizio annuncia in diretta la sua volontà di suicidarsi. La sua carriera era a rischio a causa del calo degli ascolti, ma quando i produttori vedono che la sua storia risolleva le sorti della rete finiscono per strumentalizzare il suo dramma.
Un volto nella folla
Qui la televisione non esisteva da molto (il film è datato 1957), ma Elia Kazan ne dimostra già quanto il piccolo schermo fosse in grado di esercitare potere e di attirare le masse. È la storia di un carcerato che – scoperto da una produttrice televisiva – diventa un popolare cantante folk; una riflessione sul ruolo del medium anche da una prospettiva politico-sociale.
[Leggi anche: Robert Redford: "La televisione sta avanzando più velocemente del cinema"]
Good night, and good luck.
Il film di George Clooney combina giornalismo, televisione e politica ambientando una storia durante il maccartismo. Si racconta infatti di un produttore e di un anchorman che decidono di denunciare pubblicamente i soprusi del senatore McCarthy – famoso per il suo anti-comunismo – mettendosi così in contrapposizione con gli sponsor.
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