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Autore Simone Soranna :: 21 Maggio 2015

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2015, “Dheepan” è l’ultima fatica di Jacques Audiard. Un film che affronta molti temi in maniera sicura ma che non riesce mai a prendere il volo.

Dheepan

Ci sono l’immigrazione clandestina, la paura di alcuni ghetti malfamati francesi, la pietà, la famiglia, la speranza e la disperazione al centro dell’ultima fatica del regista francese Jacques Audiard. Dheepan è un film dal ritmo sostenuto e dalla forma solida e sicura. Non si può, e comunque non si deve, poiché obiettivamente non ci sarebbe motivo di farlo, attaccare il lavoro dal punto di vista stilistico o strutturale. In un climax interessante, la pellicola tiene sempre lo spettatore incollato allo schermo lanciando più di una frecciatina sulle questioni politiche più spinose e ricostruendo delle sequenze di denuncia notevoli, soprattutto nel prologo.

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Ciò che però manca notevolmente all’insieme è un respiro compatto e coinvolgente. L’emozione si palesa raramente e l’attenzione per il messaggio che il regista vuole trasmettere sfuma sempre di più con il passare dei minuti. Per dirlo in parole pavore, il film si fa decisamente poco interessante. Un po’ come accadde con il lavoro di Villeneuve, Sicario, presentato anch’esso in concorso qui al Festival, l’impressione è di assistere a qualcosa di decoroso ma privo di stimoli. Dheepan dunque finisce ben presto per essere ricollocato nel limbo degli ignavi, un tassello anonimo all’interno della kermesse che comunque non fa male a nessuno. Seppure non faccia neppure bene.

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