Lo sceneggiatore aveva completato lo script di "Interstellar" che, inizialmente, avrebbe dovuto dirigere Steven Spielberg, sostituito poi da Christopher Nolan. Il finale originale non contemplava trionfi dell'amore, ma desolazione dark e pessimismo
Interstellar di Christopher Nolan ha diviso molto pubblico e critica a causa delle sue ambizioni altissime e la maniera di risolvere il terzo atto del film, cioè un tentativo dalle tinte epiche di commistionare verità scientifiche e contenuto emozionale concentrato sul concetto di amore: ne è uscito un epilogo dal godibile risultato visivo, ma che si è percepito essere abbastanza forzato, quasi favolistico.
Ora Jonathan Nolan ha rivelato come avrebbe dovuto essere, in realtà, il finale del film, il che ci riporta al momento iniziale della pre-produzione nel quale a bordo del progetto c'era Steven Spielberg, che avrebbe appunto diretto lo script di Jonathan Nolan e in un secondo momento adattato da Kip Thorne. Lo sceneggiatore ha avuto modo di dire la sua durante un incontro per presentare l'uscita di Interstellar in Blu-ray, prevista sul mercato per fine marzo 2015.
La dichiarazione, abbastanza concisa per la verità, di Nolan ha rivelato che, nel finale originale, "il ponte di Einstein-Rosen sarebbe collassato su se stesso nel momento in cui Cooper cerca di mandare indietro i dati". Oltre a queste parole lo scrittore non si è spinto, ma è stato abbastanza per lasciare intendere che non era prevista nessuna happy end con sentimenti, amore tra padre e figlia con consecutivo clamoroso ricongiungimento e reunion con la compagna di avventure e scienziata Anne Hathaway.
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Il finale dark forse sarebbe stato più in sintonia con l'intero tenore del film, discretamente cupo e oscuro, oltre che popolato da personaggi ambigui e opportunisti, come quello interpretato da Matt Damon.
Ecco un estratto dal copione originale nel momento Spielberg: "Cooper finalmente trova un modo per tornare sulla Terra nel 2320, duecento anni dopo essere partito. L'intero pianeta sembra desolato, madre natura ha iniziato a reclamarlo come suo e la neve ricopre tutta la pianura della fattoria. Cooper trova i rimasugli della sua vecchia casa e giace lì completamente solo. Arriva all'improvviso una tempesta di ghiaccio e Cooper corre fuori cercando di raggiungere il calore della sua navicella. Il contenitore con le forme di vita cade a terra e si rompe, con le creature che si addentrano nella neve e la fanno brillare. Cooper vede la navicella e cerca di raggiungerla, ma non è in grado di arrivarvi - morirà nella tundra artica del suo ormai desolato pianeta, solo".
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