Ritratto di Erika Favaro
Autore Erika Favaro :: 2 Dicembre 2015

India, Argentina, Venezuela e Italia: queste le provenienze dei 4 giovani film maker che lavoreranno a un lungometraggio finanziato dalla Biennale

il regista Alessandro Aronadio con la produttrice Costanza Coldagelli alla presentazione di Orecchie - Ears

La Biennale di Venezia non è solo una vetrina internazionale per il teatro, l’arte contemporanea, la musica e il cinema. È molto di più e lo si capisce soprattutto frequentando le calli della città in determinati periodi dell’anno. Perché la Biennale presieduta da Paolo Baratta è anche una grande fucina di giovani talenti, di aspiranti artisti disposti ad imparare dai grandi nomi che la manifestazione mette a loro disposizione durante i workshop.

Dal 2012 infatti esiste la Biennale College – Cinema, iniziativa virtuosa che promuove nuovi giovani talenti offrendo loro di operare a contatto di maestri, per la realizzazione di lungometraggi a micro budget. I progetti che beneficeranno del sostegno della Biennale quest’anno saranno eccezionalmente quattro: tre che sono stati tradizionalmente scelti al termine del primo workshop fra dodici selezionati da tutto il mondo (provenienti da Canada, Cina, Germania, India, Inghilterra, Italia, Olanda, Romania, Venezuela, Usa), più un progetto italiano che è stato notato per la sua qualità.

L’indiano Mukti Bhawan – Hotel Salvation (di Shubhashish Bhutiani), l’argentino Quimilí (di  Sofia Brockenshire), il venezuelano La Soledad (di Jorge Thielen Armand)  e Orecchie – Ears: sono questi i titoli delle tre opere prime e del secondo lavoro dell’italiano Alessandro Aronadio.

In Hotel Salvation un uomo deve portare il vecchio padre a Varanasi e aspettare che muoia affinché possa ottenere la salvezza, mentre in Quimilì si racconta la storia di una donna ambientata nell’Argentina rurale, una terra che sta vivendo una trasformazione geografica radicale. In Soledad invece torna il Sud America, ma questa volta siamo nella giungla urbana di Caracas dove un ragazzo tenta di salvare la famiglia a cui le autorità stanno per abbattere la baracca in cui vivevano. 

[Leggi anche: Biennale presenta i 12 progetti del primo workshop di College - Cinema]

Il lungometraggio italiano parte da una curiosa premessa: un uomo si sveglia una mattina con un fastidioso fischio alle orecchie. Un biglietto sul frigo dice: “Luigi è morto. P.S. Ho preso la macchina”.  150.000 euro ciascuno: questo è il budget previsto per tutti i film che saranno poi presentati alla 73a Mostra del Cinema di Venezia 2016.

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