Arrivano le conferme dagli Oscar Asiatici, Asian Film Awards, per l’élite del cinema asiatico del 2014
La primavera si è portata via l’appuntamento principe per il mercato Asiatico, gli Asian Film Awards, che hanno avuto luogo a Macao. In realtà le nomine per le cinquine selezionate nelle varie categorie, sono già motivo di vanto per gli autori, un po’ come succede per gli Academy Americani, vista la produzione cinematografica in continua crescita.
Quest’anno la selezione si è schierata nettamente verso la Grande Cina che ha dominato in diverse sezioni con nomination ricorrenti, tradotte poi in dieci conferme su quattordici sezioni.
Ecco quindi il meglio del cinema asiatico 2014 secondo la giuria presieduta da Mabel Cheung a cui ha dato il proprio contributo, tra gli altri, anche Alberto Barbera in prestito da Venezia.
Dopo la pioggia di premi, non ultimi i Golden Horse di Taiwan, arriva anche la somma conferma per Lou Ye e il suo Blind Massage che conquista il Premio come Miglior Film. Non è per la doppietta come Miglior Regista, che viene invece conferito a Ann Hui, già premiata al Busan International Film Festival come filmmaker dell’anno. Il suo Golden Era è riuscito a conquistare il maggior numero di candidature agli stessi Asian Film Awards, presente in ben cinque categorie; tuttavia se ne torna a casa con il premio di cui sopra e il riconoscimento per il Miglior Attore Non Protagonista (Wang Zhiwen).
Blind Massage si consola con un altro premio tecnicamente importante, Miglior Fotografia, assegnato a Jian Zeng, una vecchia conoscenza del regista Lou Ye.
Rimanendo ai premi cinesi, Miglior Sceneggiatura va ad un altro film che in Europa aveva già fatto breccia l’anno passato: si tratta di Black Coal, Thin Ice e il suo regista-sceneggiatore Yinan Diao. La stessa opera, grazie al volto cupo di Liao Fan, si porta a casa il premio come Miglior Attore Protagonista.
Tuttavia non sono solo i film dai temi scottanti ad essere entrati nelle grazie della giuria: l’action movie Gone with the bullets, campione di incassi al botteghino cinese e campione di sequel-marketing, si porta a casa Migliori Scenografie, Costumi ed Effetti Speciali (sebbene questi ultimi di firma tutta americana, con due habitué dei blockbuster americani, Rick Sander e Christoph Zollinger).
Fallisce ancora il tentativo di Gong Li che dopo gli anni d’oro dell’esordio sembra non riuscire a conquistare il pubblico mondiale con lo stesso trasporto di un tempo. Dopo le scenate e i pettegolezzi seguiti ai Golden Horse di Taiwan, la musa di Zhang Yimou perde il premio come Migliore Attrice Protagonista: questo vola invece in Corea del Sud nelle mani di Doo-na Bae per la sua performance in A girl at my door. È invece l’attrice esordiente Huiwen Zhang che sbaraglia i concorrenti taiwanesi, giapponesi, coreani e hongkongesi, strappando una nuova statuetta per la Cina continentale. E siamo a dieci.
[Leggi anche: Gong Li polemica dopo aver perso come Miglior Attrice ai Golden Horse Awards]
Le briciole, se così si possono chiamare, se le spartiscono Chizuru Ikewaki del Giappone, quale Attrice Non Protagonista, l’Indonesia come Miglior Montaggio (firmato dal regista Gareth Evans, tutt’altro che Indonesiano… ) e le musiche di Mikey Mccleary dall’India.
Ora, se volete apprezzare il meglio della produzione asiatica del 2014, sapete bene da dove cominciare.
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