Ritratto di Erika Favaro
Autore Erika Favaro :: 20 Febbraio 2016

Il 24 febbraio presso la sede dell'IIC sarà proiettato "Le Bal", film francese di Scola. A introdurre l'incontro ci sarà anche il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti

Ettore Scola

Gli Istituti Italiani di Cultura all’estero sono degli enti preziosi, delle isole felici dove spesso viene esposto il lato migliore del nostro Paese, dove la cultura del passato non vince sulla contemporaneità, dove l’arte antica convive con il cinema, la musica, l’arte contemporanea.

Celebrare anniversari e ricorrenze è importante perché aiuta a ricordare l’arte di chi non c’è più o epoche che via via si fanno troppo distanti, ma anche rendere omaggio ad artisti che ci hanno appena lasciato è un dovere dei cittadini. Per questo l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, in collaborazione con la Fondazione Roma Lazio Film Commission hanno fortemente voluto che si ricordasse Ettore Scola anche nella capitale francese.

Il regista che ci ha lasciato il 19 gennaio 2016 ha sempre vissuto un forte legame con Parigi e il cinema d’Oltralpe. Proprio per celebrare il suo cinema il 24 febbraio presso la sede dell’IIC nell’affascinante cornice dell'Hôtel de Galliffet (5, Rue de Varenne  alle ore 18:00) sarà proiettato Le Bal, film che il regista di C’eravamo tanto amati girò nel 1984 proprio a Parigi.

Sarà un appuntamento anche istituzionale visto che ad introdurre la proiezione ci saranno Luciano Sovena (Presidente Fondazione Roma Lazio Film Commission), il Presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, la Direttrice dell’Istituto Marina Valensise e Jean Gili (critico e storico del cinema). Il film, che in italiano si intitola Ballando ballando, vinse moltissimi premi: fu nominato agli Oscar come Miglior Film Straniero per l’Algeria, nel 1984 si aggiudicò il César come Miglior Film, Migliore Regia e Miglior Colonna Sonora, in Italia vinse il David di Donatello come Miglior Film e al Festival di Berlino venne premiato per la Miglior Regia. Si tratta di una pellicola innovativa, ambientata in una sala da ballo alla periferia di Parigi dove – senza dialoghi –, scorrono quarant’anni di storia francese, dalla Seconda Guerra Mondiale al maggio del ’68.

[Leggi anche: Morto Ettore Scola, colonna portante del cinema italiano]

Ettore Scola ha sempre ricordato con grande affetto il suo rapporto con la Francia e con le sue radici, legame che in un’intervista ha raccontato con tenerezza “il rapporto che ho con la Francia è quotidiano, familiare. Risale a quando avevo 8-9 anni. Avevo un nonno cieco che per fortuna, lo dico oggi, essendo un grande lettore, mi obbligava a leggere per lui. Soprattutto i testi che riguardavano la letteratura e la storia francese. Quindi già a quell’età leggevo delle cose che, a dire il vero, erano spesso incomprensibili. Mi imponeva addirittura di leggere Le lettere persiane di Montesquieu, Lamartine. Poi per farmi riposare mi proponeva di leggere I misteri di Parigi o Alexandre Dumas oppure anche Théophile Gautier con il suo Capitaine Fracasse”.

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