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Autore Redazione :: 10 Luglio 2017

Noi, i Neri, il film diretto da Maurizio Fantoni Minnella, sui migranti, sarà presentato mercoledì 12 luglio a Milano presso Spazio Oberdan

Noi, i Neri

Alle moltitudini di migranti che, dopo aver attraversato deserti e mari e avere guardato in faccia la morte dei propri compagni, giungono qui dove siamo noi che non smettiamo più di guardarli, si schiude finalmente il paradiso a lungo sognato, ossia l’Europa, l’Occidente. Ma ogni paradiso è preceduto da un limbo da attraversare e con il quale misurarsi, giorno dopo giorno, come in un rituale quotidiano di cui non sono ancora chiare modalità e confini. Un limbo fatto di case di ringhiera e ballatoi, di alloggi in anonimi condomini, che un tempo furono di altri emigranti, ma anche di tempi morti, pause di riflessione, gesti normali, ripetitivi come guardare la televisione, mangiare o leggere dallo schermo di un computer. Accanto a questi troviamo altre figure di migranti più integrati, forse, ma anch’essi in attesa che qualcosa succeda e cambi la loro esistenza.

Noi, i Neri mostra l’immigrazione da un’angolazione singolare, ossia non attraverso le immagini degli sbarchi, dei luoghi di detenzione temporanea, tanto care all’immaginario giornalistico televisivo, ma cogliendo le vite dei migranti in una zona grigia, una sorta di limbo sospeso tra la tragedia dell’arrivo e l’illusione e la speranza di una vita nuova.     
Filo conduttore del film sono le storie di Lamine, senegalese del Casamance, fuggito dal suo paese per ragioni politiche, novello scrittore, poeta e attualmente disoccupato, e di Valentine, giovane cantante e musicista congolese che vive con la madre anziana e sogna di diventare un grande artista africano, che si alternano alle vite di giovani profughi africani fuggiti dalla guerra, riuniti in alcuni appartamenti, in attesa di una nuova vita. Di essi vengono colti i tempi morti durante le sere: cellulari, televisione, brevi conversazioni, andirivieni per strada e molta solitudine. Ma anche la volontà, spesso illusoria, di conoscere una nuova lingua in un paese nuovo. Oppure di mettere in scena uno spettacolo di ballo e di canto in cui rappresentare in senso catartico la propria storia fatta di tragedia e di speranza. L’azione successivamente si sposta nell’isola di Goree in Senegal, simbolo dello schiavismo storico, memoria dell’olocausto africano e oggi luogo di pace, e nella città di St.Louis, da cui ancora oggi, partono navi cariche di Africani verso l’Europa, in una nuova, più ambigua e sofisticata forma di schiavismo.

È un viaggio all’origine del disagio e dell’idea di emigrazione, di fuga che ha come contrappunto l’attività di alcune ong che, ad esempio, offrono l’opportunità alle donne africane di lavori in diversi ambiti. Perché fuggire rischiando la propria vita se è possibile costruirsene una nuova nella propria terra?
Sono, infine, ben riconoscibili tre diversi livelli di percezione della realtà occidentale attraverso i diversi protagonisti: i ragazzi e le ragazze africane appena giunte in Italia, Valentino e Lamine, che dopo pochi anni trascorsi in Italia, nutrono ancora delle speranze di una vita normale.

Alla proiezione di mercoledì 12 luglio alle ore 21.15 presso Cinema Spazio Oberdan Milano, saranno presenti in sala il regista Maurizio Fantoni Minnella, Aram Chantal Mbow, membro fondatore di Janghi Onlus e Doudou Khouma, operatore sociale della Fondazione Casa della Carità di Milano. 
 
L’Africa di chi se ne è andato e di chi ne ha fatto ritorno.
L’Africa di chi ha naufragato ed è vissuto per ricordarlo.
L’Africa di chi non si è mai mosso e di chi ha scelto di rimanere.
L’Africa dei pescatori, delle donne, dei bambini la cui energia e vitalità si irradia ovunque fino al mare.
L’Africa degli artisti e dei sognatori, ma anche quella dei talibè, i bambini poveri delle città che imparano il Corano a memoria vivendo di elemosine per mantenere i loro maestri, i Marabù.
L’Africa di chi non si è arreso.

LA SCHEDA DEL FILM
Titolo originale: Noi, i Neri
Durata: 90’ ca.
Bianco / Nero - Colore
Audio  italiano Dolby Digital 5.1
Versione con sottotitoli in inglese e italiano
Produzione: Italia 2017
Soggetto: Maurizio Fantoni Minnella
Riprese e suono: Maurizio Fantoni Minnella
Montaggio: Francesco Fogliotti
Musica: Victor Demè, Lamine Kontè
Organizzazione generale: Miriam Antognazza
Fotografia e regia: Maurizio Fantoni Minnella
Produzione: FreeZone 2017.
Girato in Italia e in Senegal (Dakar, isola di Goree, Kayar, St. Louis) dal mese di agosto 2016 a gennaio 2017.

Con il patrocinio di: UNESCO, AMNESTY INTERNATIONAL, FONDAZIONE CARIPLO, CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

Maurizio Fantoni Minnella
Scrittore, saggista, pubblicista e filmmaker indipendente, ha al suo attivo 25 film documentari, alcuni dei quali girati in Egitto, Israele, Palestina, Kurdistan, Georgia e Algeria.
Sul tema delle migrazioni ha realizzato le seguenti opere: L’ora dei migranti – Resistenza quotidiana a Milano, 2010, Visioni di Bailor, 2011, Morte per acqua – Immigrant Song Hotel, 2012.

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