Olivier Assayas, ultimo ospite al Lucca Film Festival 2017, premiato alla carriera ha presentato in anteprima nazionale il suo ultimo film con protagonista Kristen Stewart, "Personal Shopper"
Olivier Assayas ha chiuso l’edizione di quest’anno del Lucca Film Festival, venendo ieri sera al cinema Moderno in una città blindata per il G7 dei ministri degli esteri che lì si svolge in questi giorni, a ritirare un Premio alla carriera e a presentare in anteprima nazionale il suo ultimo lavoro, “Personal Shopper” con protagonista Kristin Stewart oramai sua nuova attrice “feticcio”, e che verrà distribuito sugli schermi nazionali da giovedì prossimo. Assayas è un regista importante nel panorama internazionale contemporaneo, e nello specifico europeo, dalle molte forme di espressione piena della cultura francese e della sua cinematografia attualmente di punta, in Europa, e che fra i primi nell’ambito della critica continentale quando era redattore ai Cahièrs du Cinema, si è interessato al cinema dell’Oriente, e segnatamente a quello coreano e di Hong Kong, in un numero della rivista di oltre trent’anni fa, rimasto famoso.
Incontro e citazione del cinema di Hong Kong che è stata la cifra stilistica stessa e l’essenza come concezione del cinema, di buona parte del suo cinema, e di alcuni dei suoi titoli maggiormente celebrati. A partire da uno dei più famosi come “Irma Vep”(1996), con protagonista la celebre attrice cantonese Maggie Cheung, che poi diventerà sua moglie, diretta nuovamente in “Clean- Quando il rock ti scorre nelle vene” del 2004, passando per “Demonlover” (2002) forse il suo film migliore e seppure sempre eccessivo e ondivago nei generi e nei toni, come quasi tutto il cinema che ha firmato fino a qui, una dichiarazione d’intenti estetica e di ambientazione del menzionato grande amore di Assayas per l’Oriente e per il suo cinema, come per le sue arti, quali il fumetto Manga erotico, i Pinka-eige porno che i protagonisti guardano in tv nel film, mischiandoli al noir d’impianto francese con suggestioni lynchiane e anche cronenberghiane di mutazione delle percezioni visive e dei rapporti carnali, di tutta la seconda parte del film.
Assayas come ricordato da Giona A. Nazzaro che ha partecipato alla presentazione, è sempre stato anche uno dei registi per eccellenza della gioventù al cinema, o almeno così come rappresentata nei suoi film, che si tratti dei giovani della generazione del ’68, di quella attuale o delle bande giovanili della Parigi anni ’80 fin già dall’esordio “Le Desordre- Il Disordine”(1986); Assayas è un regista che nella tradizione e nel solco del cinema francese di registi celeberrimi come Francois Truffaut, è sapiente nel cogliere lo splendore caduco e inafferrabile una volta che già è passato, straordinario, della gioventù. E le difficoltà nel sopravvivergli, di molti casi.
D’altronde Assayas è stato ecletticamente uno dei primi giornalisti cinematografici francesi ad essersi interessati del cinema di John Carpenter, David Cronenberg, Wes Craven, e dei molti altri indipendenti del cinema americano di quegli anni. E dell’immancabile Dario Argento, sempre citato, e dichiarata, grande ispirazione per un nuovo tipo di concezione dello stesso cinema di genere. Come ha detto il regista francese, “i generi sono come i colori a cui il pittore può ricorrere per dipingere un quadro, ma poi ciò che viene raffigurato nel dipinto dipende solo dall’autore. I generi mi sono sempre interessati per questa loro visceralità che li fa essere un tutt’uno con la partecipazione dello spettatore”.
“Kristen Stewart l’ho voluta anche per questo film dopo “Sils Maria” proprio perché oltre ad essere certamente una giovane attrice molto importante del nostro tempo, è una appassionata vera del cinema, con una sua sensibilità e un gusto personale proprio per il cinema di genere quale piace a me. Con questo film ha avuto anche lei la possibilità di cimentarsi e confrontarsi con ciò che le piace. Non voglio dire come mi è stato chiesto, se i film che ha fatto con me siano fin qui un punto d’arrivo, della sua carriera, però è innegabile che siano stati quelli in cui il suo talento si è espresso in maniera più evidente. In “Personal Shopper” ho cercato di evidenziare le tensioni di oggi tra i lavori sempre più stressanti per sopravvivere e rimanere a galla, avere una casa in cui tornare a dormire la sera, e ciò che si vorrebbe in senso alto dalla vita, le aspirazioni anche legittime e quanto più naturali, personali, affettive, dello spirito, che non dovrebbero mai essere così svilite dal materialismo imperante, nel mondo d’oggi. L’ambiente della moda, estremizzante per il lusso e l’effimero che vi impera, era perfetto per simboleggiare le frustrazioni e con esse quelle del personaggio interpretato da Kristen Stewart, la protagonista Maureen”
È ovvio che il mondo dell’effimero abbia anche tanta influenza sulle donne, e quindi affascini pure Maureen, modificando le personalità delle donne di oggi, la loro femminilità e pure l’identità sessuale, in base ai consumi e all’apparire. Maureen è un personaggio che all’inizio del film “Personal Shopper” ha difatti smarrito ogni appiglio ed è alla deriva. Ha perso un fratello con cui può però rimanere in contatto, avendo la capacità di comunicare con le persone trapassate- l’elemento di genere fantastico del film- e sta cercando di trovare la sua strada, lavorativa e personale, di identità e presenza, in questo mondo.
Come sempre nei film di Assayas, viene conferito rilievo all’importanza delle nuove tecnologie riguardo al cinema e al mondo dell’immagine in generale. In una sequenza la protagonista sta guardando l’episodio di una serie tv sopra lo schermo di uno smartphone. Nei suoi film infatti, ci sono quasi sempre state scene in cui i protagonisti guardano altri film da diversi schermi, o metodi di fruizione oggi di pratica comune. Quasi una “quinta parete”, in cui il cinema guarda sé stesso, e il progresso tecnologico che ne modifica e ne fa evolvere i suoi mezzi di consumo.
“Sono sempre stato molto interessato- dice Assayas- a quel che sono divenute le immagini e quindi anche il cinema, nella società del ventunesimo secolo. Oramai grazie soprattutto ad internet, esso è ovunque ed è custodito anche per quanto riguarda la sua memoria del passato, e la possibilità di rivedere i vecchi film e quasi tutto ciò che è stato prodotto, in ogni momento e ovunque. Una enorme library che è divenuta quasi uno stato mentale. Una estensione della nostra memoria e dei nostri ricordi, legati a certi film e a certe immagini, che possono così, più o meno, essere sempre portati con noi, e consultabili. Alla nostra vita trascorsa con le immagini, anche laddove di questa forma di testimonianza delle nostre esperienze e del nostro passato, ne siamo stati meno consapevoli. Una possibilità data dall’evoluzione tecnologica e che prima non avevamo, affascinante, non ancora molto indagata sotto forma di cinema stesso.”
Il cinema di Assayas è sempre stato come detto un ibrido tra i vari generi, e dalla forte vocazione internazionale, che ha sempre cercato di mantenersi equidistante tra il cinema d’autore prettamente all’europea, e il cinema americano indipendente e di genere, libero e innovativo, che cominciò ad affacciarsi sul finire degli anni della New Hollywood, nella seconda metà dei ’70, e che lo ha sempre influenzato. Nei suoi film gli attori e i personaggi sono sempre preponderanti, in questo distaccandosi nettamente dalla filosofia blockbuster degli effetti speciali oggi imperante, nei rigidi limiti imposti da quella che è un’industria e dove quindi non può esserci poi troppa libertà creativa. Le sceneggiature dei suoi film sono fin dall’inizio pensate e ispirate in funzione degli attori e delle loro caratterizzazioni degli stessi personaggi, creando dei personaggi sì immaginari ma anche complessi, evoluti, approfonditi, e spesso in continuazione -sottotraccia o meno- con quelli dei film precedenti; come anche qui in “Personal Shopper” il personaggio impersonato da Kristen Stewart è una sorta di prosecuzione delle esperienze di Valentine, la protagonista del precedente “Sils Maria”, con maggiore spazio dato alla sua ricerca della libertà, e al librarsi più in alto delle proprie frustrazioni.
Categorie generali:
Altri articoli che possono interessarti
Per condividere o scaricare questo video: TV Animalista
Facebook Comments Box