Amber Heard e Johnny Depp hanno dichiarato pubblicamente il proprio boicottaggio all’Australia dopo la vicenda della quarantena e del rimpatrio forzato dei loro cani
L’attrice Amber Heard, moglie del divo Johnny Depp, ha dichiarato che d’ora in avanti lei e il marito porteranno avanti una personalissima operazione di boicottaggio nei confronti dell’Australia. Il motivo di questo antipatico contendere è quanto accaduto tempo fa ai cani della coppia, minacciati di morte (chiedendone la soppressione come alternativa al ritorno a casa immediato) dal ministro dell’Agricoltura australiano Barnaby Joyce perché entrati illegalmente nel paese, senza rispettare i controlli e le procedure di quarantena richieste per ogni animale. Gli yorkshire hollywoodiani la scamparono bella grazie al rimpatrio su un jet privato poche ore prima che scadesse l’ultimatum imposto dal governo di Canberra. Depp si trovava in Australia per i lavori sul set del nuovo capitolo di I pirati dei Caraibi.
“Credo che io e mio marito eviteremo accuratamente di tornare in Australia - ha detto Heard - a causa di alcuni politici locali che credo facciano di tutto anche loro per ottenere i fatidici ’15 minuti di popolarità’”. In Australia vigono le più severe regole al mondo in fatto di quarantena: “Se lasciamo che le star del cinema - ha dichiarato il ministro Joyce -, per quanto sexy possano essere, infrangano le nostre leggi, come potremo farle rispettare a tutti gli altri?”. Tutto questo mentre Depp era costretto a rimanere nel Queensland per continuare le riprese.
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Il volo per il ritorno a casa di Pistol e Boo, questo il nome degli yorkshire, sarebbe costato alla coppia circa 400mila dollari, ai quali si potrebbero aggiungere altri 340mila se l’inchiesta aperta dal ministro Joyce portasse a una sanzione per aver deliberatamente infranto la legge del paese introducendo i cani senza dichiararli. Insomma, a conti fatti si tratta di pochi spiccioli per dei divi di Hollywood. Sul caso si è sollevata una polemica da parte dell’opinione pubblica e dei rappresentanti dell’opposizione che hanno criticato l’evidente insufficienza dei controlli e delle misure di sicurezza per il rispetto delle normative vigenti da parte dei turisti.
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