Ritratto di Redazione
Autore Redazione :: 12 Gennaio 2018

Netflix è stato accusato negli Stati Uniti di rendere glamour lo sfruttamento sessuale minorile con la produzione che riguarda lo scandalo delle baby squillo italiane

Netflix

Il national Center on Sexual Exploitation ha appena bacchettato Netflix, che sarebbe colpevole di affrontare con troppa leggerezza il tema dello sfruttamento sessuale minorile.

La nuova serie della produzione italiana Fabula Pictures esplora le vite di alcuni teenager romani ed è ispirata a fatti reali, in particolare allo scandalo delle baby squillo, che vide coinvolti il marito della nipote di Mussolini, Alessandra. Mauro Floriani il marito di Alessandra Mussolini fu, infatti, accusato di essere uno dei 20 clienti delle giovani prostitute.

Netflix ha ricevuto una lettera dal vicepresidente del National Center on Sexual Exploitation Lisa Thompson in cui si accusava il distributore di film on line di normalizzare l'abuso di minori.

Il fatto è che dopo l'affaire Kevin Spacey, silurato per le sue accuse di molestie, dalla produzione di House of Cards, adesso Netflix si dimostra ipocrita nell'accettare la produzione di un film in cui non mancano, oltre alle baby prostitute, anche atti di sfruttamento e violenza su bambini, secondo quanto ha dichiarato la stessa Thompson.

La stessa si augura che Netflix operi nel modo più appropriato così come già avvenuto nel caso di Spacey.

La lettera di Thomson è stata spedita a Netflix proprio ieri che era il giorno nazionale della consapevolezza sui traffici umani e firmata da oltre 50 attivisti, addetti dei servizi sociali e sopravvissuti al traffico sessuale.

Nella scheda informativa Netflix così presenta la serie Baby: "Questa serie, tratta da una storia vera, segue un gruppo di adolescenti romani mentre sfidano la società, nella loro ricerca di un'identità e dell'indipendenza".

(Fonte: Deadline)

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