Nelle sale Usa è stato presentato "Ride", prima opera di Helen Hunt nelle vesti di attrice, autrice e regista. "Ride" è un'opera dall'ampio spettro emotivo che vuole ribaltare il ruolo genitoriale madre-figlio sulle tavole da surf californiane
Helen Hunt è stata per anni una delle stelle più luminose dello star-system hollywoodiano e oggi, che è diventata sceneggiatrice e regista, la sua carriera prosegue riscuotendo successi senza freni. Nelle sale americane è appena uscita la sua creazione Ride, la storia di una madre di New York che va all’inseguimento del figlio Jackie in California, dopo la decisione del ragazzo di lasciare la scuola e diventare un campione di surf.
In una intervista su Ride, di cui vi proponiamo il trailer ufficiale, Hunt ha parlato del processo di film-making dell’opera, di cui oltre che come autrice e regista appare anche come protagonista. L’attrice ha dichiarato di aver voluto rovesciare le tradizionali dinamiche di un rapporto madre/figlio. “L’idea di questo film - ha confidato Hunt - mi è venuta quando ripensavo a quell’immagine stereotipata delle madri che controllano i figli in spiaggia o al parco mentre giocano. Ho pensato, ‘chissà cosa viene fuori se mescoliamo un po’ tutto quanto’”. Parte dell’intera storia è basata su un saggio intitolato The Bad Mother che tratta dei pericoli che possono generarsi quando i genitori si trasformano in controllori troppo rigidi e smettono di giocare coi propri figli.
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Intervistata da Annette Indsorf, Hunt non ha voluto sbottonarsi sui significati da attribuire all’enigmatico ed ambiguo finale. “Spesso - ha detto Hunt - mi è stato chiesto che tipo di tono volessi davvero dare al mio film, visto che è commovente ma anche ridicolo in alcuni frangenti. In realtà la mia vita è così divertente, ma anche così tragica e terrificante nello spazio di una sola ora che ho voluto riprodurre questo spettro emozionale e non restare statica in una sola tonalità emotiva”. Sul suo inedito ruolo di regista: “Non avrei mai pensato di poter condurre una regia, perché l’ho sempre immaginato come un ruolo capace solo di far venire un gran mal di testa; poi mi sono resa conto che mi sarebbe dispiaciuto lasciar dirigere questa storia a qualcun altro, la volevo tutta per me”.
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