Viviane è una donna che come unico obiettivo ha quello di ottenere il divorzio: il tribunale rabbinico è l'unica istituzione a cui affidarsi. Dramma forte che descrive la dura condizione femminile nel Medio Oriente e scelto da Israele per gli Oscar
Presentato a Cannes (Quinzaine des Réalisateurs) e Toronto (Contemporary World Cinema), Viviane ha ottenuto importanti riconoscimenti nei festival di tutto il mondo - da San Sebastian agli Hamptons, da Oslo a Chicago - ed è stato scelto da Israele come candidato all'Oscar. Qui sotto è disponibile il trailer del film, importante dramma dal punto di vista sociale e antropologico, che si concentra sulla condizione di sudditanza a cui è costretta la donna in molte località del Medio Oriente. Subordinata al potere decisionale del marito e dell'uomo in generale, la donna vive in uno stato di perenne schiavitù psicologica, incapace di scegliere una strada, un'occupazione o uno stile di vita, oggetto delle decisioni della famiglia e costretta spesso alla reclusione casalinga.
Il film racconta la storia di Viviane Amsalem (interpretata da Ronit Elkabetz, anche sceneggiatrice e regista insieme al fratello Shlomi), una donna che da tre anni cerca invano di ottenere il divorzio dal marito Elisha, davanti all'unica autorità che in Israele possa concederglielo: il tribunale rabbinico. L'ostinata determinazione di Viviane nel voler conquistare la propria libertà si scontra con l'intransigenza di Elisha e con il ruolo ambiguo dei giudici. In tribunale sfilano i testimoni convocati dalle parti, mentre il processo si trascina con i suoi contorni al tempo stesso drammatici e assurdi.
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"Questo film - spiegano Ronit e Shlomi Elkabetz - non è soltanto la storia di Viviane, è anche una metafora della condizione di tutte quelle donne che si considerano imprigionate a vita dalla legge. In questo senso, Viviane rappresenta la condizione delle donne in tutto il mondo, in tutti i luoghi in cui, per il fatto stesso di essere donne, sono considerate inferiori agli uomini dalla legge e dagli uomini stessi". L'aspetto della legge è davvero inquietante: immaginare una cosa del genere in un paese del cosiddetto Primo mondo è quasi impossibile, mentre questa realtà è tutt'altro che ipotetica, bensì una triste verità.
Prevista una proiezione stampa del film a Roma per martedì 11 novembre alle ore 21.00, presso Anica (viale Regina Margherita, 286).
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