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Autore Redazione :: 17 Aprile 2018

Amnesty International patrocina Wajib – Invito al matrimonio diretto da Annemarie Jacir e interpretato da Mohammed e Saleh Bakri, padre e figlio sullo schermo e nella vita. Al cinema dal 24 aprile 2018

Wajib – Invito al matrimonio

Amnesty International Italia patrocina Wajib – Invito al matrimonio e lo fa attraverso una dichiarazione ufficiale del suo Portavoce, Riccardo Noury: "Questo film parla anche di diritti umani. Ma soprattutto parla di esseri umani. Palestinesi. Come non li avete (quasi) mai visti". Il film – diretto dalla pluripremiata regista palestinese di When I saw you, Annemarie Jacir, e interpretato da Mohammed e Saleh Bakri, padre e figlio sullo schermo e nella vita – uscirà in sala, distribuito da Satine Film, martedì 24 aprile. Ambientato nella comunità cristiana di Nazareth, in Palestina, Wajib evidenzia le criticità e le difficoltà del vivere in una terra martoriata, in cui pragmatismo e idealismo non sempre riescono a convivere. Il titolo, che tradotto in italiano significa "dovere", fa riferimento alla tradizione palestinese secondo la quale il padre e i fratelli della sposa hanno il dovere sociale di consegnare personalmente gli inviti di matrimonio. Un gesto solenne e culturalmente importante che dà vita a un road-movie profondo ed emozionante, che esplora la complessità del rapporto padre-figlio nel confronto tra liberà e dovere, modernità e tradizione.

Recentemente premiato anche in Italia con il Premio del Pubblico al Middle East Now Festival di Firenze, il film ha ottenuto importanti riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui il Festival Internazionale del Cinema di Dubai, il London Film Festival e il Festival di Locarno.

SINOSSI
Abu Shadi ha 65 anni e vive a Nazareth, in Palestina. Di professione insegnante, molto stimato, Abu Shadi ha cresciuto da solo i due figli dopo l’abbandono della moglie e la sua fuga in America con un altro uomo, e ora si appresta a vivere quello che è forse il giorno più bello della sua vita: il matrimonio della figlia Amal. Per l’occasione e per aiutarlo nei preparativi, è tornato nella città natale anche Shadi, l’altro figlio che ormai da tempo vive in Italia, dove lavora come architetto. Pur essendo ormai avvezzo agli usi occidentali e molto critico verso quanto accade nella regione, Shadi non si è sottratto al rispetto della locale consuetudine palestinese che prevede il “Wajib”, il “dovere” da parte dei familiari, di consegnare personalmente le partecipazioni di nozze, come forma di rispetto verso gli invitati. Di casa in casa, con visite a familiari, amici o anche semplicemente vicini, Shadi e Abu Shadi si apprestano a trascorrere insieme un’intensa giornata on the road dedicata a incontri e consegne così come vuole la tradizione. Le porte di cristiani, mulsulmani e anche atei si aprono al loro arrivo. Ma se al cospetto degli invitati padre e figlio riescono a calarsi nel ruolo che tutti da loro si aspettano, nei momenti in cui sono soli, la diversa visione della vita e dei valori che ormai ampiamente li separa affiora man mano in superficie costringendoli a un inevitabile confronto.

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