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Autore Pierre Hombrebueno :: 22 Aprile 2015
Locandina di Adaline: L'eterna giovinezza

Recensione di Adaline: L'eterna giovinezza di Lee Toland Krieger con Blake Lively e Harrison Ford - Immortalità e amore in un film che ha le fattezze di uno statico fotoromanzo pseudomelodrammatico tanto povero d'idee quanto inconsistente

Essere immortali non è poi così fico. Lo sapeva persino quel babbeo di Edward Cullen, e lo sa sicuramente Blake Lively alias Adaline, la cui crescita si è fermata ai 29 anni a causa di un incidente stradale e di un fulmine (!). La combo le ha dato il dono dell’eterna giovinezza verso la fine del 1930, costringendola a una vita in fuga, nel tentativo clandestino di sfuggire a occhi curiosi e indiscreti. All’alba degli anni Novanta è ormai ridotta ad un ectoplasma biondo con alle spalle amori perduti e abbandonati giocoforza; nel suo presente, una figlia con l’aspetto di sua nonna e una perspicacia che le permette di cavarsela in ogni epoca attraversata. Quando però incontra Ellis Jones, un affascinante letterato (anche un po’ stalker), la donna decide per un attimo di accantonare le sue parole e mettersi in gioco senza pensare alle conseguenze. Non l’avesse mai fatto…

Detta così sembra l'inizio di una svolta horror, ma purtroppo non è così: piuttosto, è soltanto il preludio all’inabissamento in uno pseudo-melò diabetico e melenso. Evidentemente, dopo l'indie malinconico di Celeste & Jesse Forever, il regista Lee Toland Krieger ha deciso stavolta d'inseguire le atmosfere da fotoromanzo: tanti bei quadri, ma tutti immobili nella loro staticità posata e plastica, come oggetti barra manichini impagliati in una storia che sa sempre di brodo diluito e allungato. Dato i temi affrontati, viene ovviamente da pensare a Un'altra giovinezza di Coppola o a Benjamin Button di Fincher, ma il tutto svuotato di una possibile riflessione filosofica o esistenziale: non che sia un male, ma l'impressione è che la pellicola creda di essere più cool di quanto sia realmente. 

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Blake Lively cerca di essere tetra, ma poi finisce per farci le medesime espressioni che abbiamo già ampiamente digerito in Gossip Girl, Michiel Huisman (il Daario Naharis di Game of Thrones) pare Ridge Forrester, e Harrison Ford è fuori parte come non mai, lievemente convincente soltanto quando fa gli occhi da pesce lesso alla stangona sempreverde. Se a loro aggiungiamo una sceneggiatura che si riduce ad essere un'accozzaglia di luoghi comuni e accadimenti nonsense, allora viaggiamo proprio a cavallo in direzione del trash: a darci ragione, una manciata di dialoghi involontariamente esilaranti e un finale troncato sadicamente con l'accetta.

Sui nostri volti, a rimanere è la semi-impercettibile smorfia di chi ha appena visto un film inutile, evanescente quanto le immagini proiettate sullo schermo, ennesimo fantasma di una storia già raccontata mille volte e qui riproposta nuovamente senza avere particolari idee o esigenze creative. Più che brutto, irrimediabilmente inesistente. 

Trailer di Adaline: L'eterna giovinezza

Voto della redazione: 

2

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