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Autore Andrea Caramanna :: 3 Dicembre 2022
State of Control di Benjamin Jonas Van den Brink: ecco le prove che l'identità digitale è una tappa del controllo sulla popolazione

State of Control di Benjamin Jonas Van den Brink

Locandina di State of Control

State of Control di Benjamin Jonas Van den Brink, le prove che l'identità digitale è una tappa del controllo sulla popolazione

State of Control di Benjamin Jonas Van den Brink, porta le prove concrete che l'identità digitale è una tappa del controllo sulla popolazione. 

Benjamin Jonas Van den Brink è un regista pubblicitario come dichiara nella intervista che possiamo vedere qui sotto e che lascia spazio anche alle immagini del suo importante documentario.

Dal punto di vista visivo Van den Brink ha raccolto molte immagini forti e le ha giustapposte per rendere consapevole lo spettatore che non si parla di becere ipotesi, spesso etichettate come complottiste per sviare la loro lecezione presso il grande pubblico, ma di assolute verità pronunciate dagli stessi protagonisti. Come quella delle pagine che riguardano i contratti dell'Unione Europea con i produttori di vaccini, pagine quasi tutte oscurate da barre nere. Davvero inconcepibile che possano esserci omissis su questioni così delicate che riguardano milioni di cittadini che sono poi andati a vaccinarsi fidandosi dei vari proclami...

Ma cosa è stata la pandemia se non una prova generale, una finestra di Overton, per portare rapidamente la popolazione a chiedere un lasciapassare, un permesso per svolgere azioni che prima potevano esser fatte senza alcun problema, dall'andare a lavoro a spostarsi sul territorio nello stesso paese o al di là dei confini, e perfino per andare a prendere un caffè al bar o una cena al ristorante preferito. In pochi mesi la vita di milioni di persone viene cambiata e spinta verso abitudini nuove, l'indossare la mascherina e fornirsi di un lasciapassare rilasciato dopo vaccinazione o tampone, ecc.

In realtà tutto ciò è solo un dettaglio di un programma già avviato da molti anni, per il quale la popolazione è spinta verso una identità digitale, offerta come panacea per rendere più facile qualsiasi azione, dall'acquisto di un bene, all'ingresso in un locale, ecc. L'identità digitale è insomma una delle basi di quel programma chiamato Agenda 2030 e diffuso tranquillamente dal World Economic Forum.

Al centro delle nuove regole c'è soprattutto la questione ambientale ed il controllo delle emissioni di anidride carbonica. Già da tempo sui conti correnti associata ad ogni spesa c'è un indicatore che calcola "precisamente" le emissioni emesse. Tutto ok, se non fosse che questi numeri vengono sommati e riportati nel proprio profilo e messi direttamente a confronto con un indice medio, superato il quale ci troviamo già in una condizione di comportamento non corretto rispetto ai suggerimenti provenienti dalle istituzioni...

In Cina, ancora più avanti, il controllo è arrivato a bloccare direttamente i conti correnti a persone che presumibilmente avevano violato delle regole e lo stesso è accaduto in Canada durante la protesta dei camionisti.

Si tratta quindi di prove tecniche di controllo che ormai sono in fase più che avanzata. E a questo si aggiunge la tendenza ad eliminare il contante per costringere ulteriormente le persone a fare acquisti che sono di fatto registrabili al 100%.

Tra le varie testimonianze appare pure quella di James Gray, quasi nei titoli di testa, quando durante la conferenza stampa a Cannes del suo nuovo film Armageddon Time, un po' adirato si è scagliato contro la società capitalistica che produce disuguaglianze... Certo, uno dei motivi per cui la popolazione è sempre più indifesa è anche che la ricchezza globale è nelle mani di una cerchia ristretta di soggetti... che riesce a manipolare le persone, perché possiede tutti i media mainstream.

Edward Snowden è un altro importante testimone che conferma tutte le già citate questioni, ma crede ancora nella possibilità che ciascuno di noi abbia nel mutare la politica delle grosse corporation e soprattutto dei social media.

Il peggio arriva dalle istituzioni, da Ursula von der Leyen, vera stakanovista ad oltranza di quella transizione al digitale che sembra venga sussurata a questi potenti come uno step da imporre a tutti i costi alla popolazione, allo stesso modo della vaccinazione di massa... Lei ed altri soggetti ubbidienti non si sa  bene a chi, continuano a spingere le istituzioni europee e non, nonostante esistano dei soggetti che si oppongano. In pratica le nuove norme vengono passate senza che neanche siano esaminate dai rappresentati europei in Parlamento e messe al voto, contando sull'approvazione veloce...

Sembra una situazione surreale che solo alcuni rappresentanti delle istituzioni governative si oppongano a questioni che farebbero rizzare i capelli a chiunque... 

Insomma il fim di  Benjamin Jonas Van den Brink va visto e rivisto per rendersi conto una volta per tutte che esiste una elite di persone che cerca di decidere a tutti i costi le sorti del pianeta, e se non ci opponiamo in gran numero, non sarà certo possibile averla vinta, ma si rischia di precipitare in un mondo orwelliano.

Infine, ancora un ringraziamento al gruppo telegram Buffonate di Stato, che ci ha permesso di vedere questo importante documentario con i sottotitoli in italiano.

 

 

 

Trailer di State of Control + intervista al regista

Voto della redazione: 

4

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