Ritratto di Erika Favaro
Autore Erika Favaro :: 12 Gennaio 2016

Da "Forza maggiore" a "Mommy", un video spiega l'importanza dell'inquadratura nel cinema più recente

Mommy

La fotografia, il modo in cui un oggetto, una persona o un paesaggio vengono inquadrati, è uno degli aspetti più affascinanti del cinema.

A seconda di come vengono racchiusi nell’obiettivo, gli elementi possono cambiare significato o tono e a dimostrarlo ci sono le belle immagini raccolte da Chloe Galibert-Laîné in un video in cui si analizzano alcuni dei film usciti nel 2015 e si tenta di capire se può esserci un fil rouge che collega le diverse tecniche e poetiche.

Secondo l’autrice del saggio visivo, ciò che è risultato più evidente – almeno negli Stati Uniti – è che i registi si sono resi conto che ogni inquadratura è, oltre che espressione di un’estetica, anche un atto politico.

In Framing 2015 sono stati considerati alcuni dei film più belli degli ultimi mesi come Mommy, Timbuktu, Inside Out e Forza maggiore.

Inquadrare un’immagine è definirne il significato, soprattutto in un’epoca in cui filmare e archiviare immagini è diventata un’ossessione. Ciò che distingue il cinema dal filmato girato in modo amatoriale con lo smartphone è proprio questo: avere la consapevolezza di cosa si sta mostrando, ma soprattutto di come lo si fa, di quale messaggio (se esiste) voglio comunicare al mondo. E questo, ad esempio, è mostrato all’inizio di Forza maggiore quando la famiglia apparentemente perfetta viene fotografata all’inizio della vacanza che dovrebbe essere altrettanto impeccabile. Solo dopo ci si rende conto di quanto una posa possa rendere una foto una grande bugia.

Il potere delle immagini, il modo in cui il terrorismo le usa per fare propaganda, è affrontato anche nel cinema africano, con Timbuktu in cui Abderrahmane Sissako mostra la tragica normalità di una città in guerra allontanandosi dagli stereotipi narrativi occidentali.

[Leggi anche: I cinque film con la miglior fotografia del 2015]

Parlando di inquadrature e fotografia non si poteva certo tralasciare il caso di Mommy di Xavier Dolan e della scena in cui il ragazzo corre sullo skateboard sotto le note di Wonderwall degli Oasis. È proprio lui, il protagonista, ad allargarci la prospettiva e ad allargarsi uno schema di vita e regole che gli risulta inevitabilmente stretto.

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