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Autore Pierre Hombrebueno :: 24 Settembre 2015

Senza necessariamente citare le più evidenti rappresentazioni orrorifiche, il cinema ha sempre subito una grande fascinazione per tematiche riguardanti il male e la cattiveria umana. In proposito, ecco alcuni imprescindibili film

Seven di David Fincher

Senza necessariamente citare le più evidenti rappresentazioni orrorifiche (e pensiamo a L'esorcista e Shining), il cinema ha sempre subito una grande fascinazione per tematiche riguardanti il male e la cattiveria umana. Anche nei film meno inclini al genere, insomma, abbiamo avvertito la presenza ansiogena - magari solo suggerita, ma sempre ben tangibile - dell'oscurità, disegnata sotto le forme più disparate: ecco alcuni esempi lampanti proposti da Taste of Cinema.

Impossibile, ovviamente, non partire da uno dei massimi capolavori di Stanley Kubrick, Arancia Meccanica, che vede in scena un Malcolm McDowell in giro per la città con le sue “scorpacciate di ultraviolenza”, tra stupri, droghe e quant'altro. A mescolarsi sullo schermo: le musiche di Beethoven, le perversioni sessuali, la psichiatria e i nostri istinti animali. Sostanzialmente, Alex fa queste cose terrificanti godendo della sua libertà, e nonostante ogni possibile cura ludovico, il protagonista ha decisamente scelto il male: basta uno sguardo al suo volto per capirlo.

Ecco poi Se7en di David Fincher, intramontabile thriller con Brad Pitt e Morgan Freeman investigatori in cerca di un assassino che fa fuori le proprie vittime seguendo i sette peccati capitali elencati dalla Bibbia. Due personaggi praticamente opposti: Pitt è il novizio che crede ancora nel mondo e nella possibilità che ci possa essere qualcosa di buono, mentre Freeman è l'uomo rassegnato e senza Dio, uno che nel corso della sua vita ha già assistito a tutte le più incredibili bestialità. Chi ha visto il film saprà bene come la tragedia andrà a compiersi: il male vincerà, inghiottendo tutto e tutti.

Andando indietro nel tempo, di certo merita una citazione Luci d'inverno, pellicola girata da Ingmar Bergman nel 1963, la quale vede per protagonista un prete (Gunnar Bjornstrand) alle prese coi problemi dei suoi parrocchiani, tra cui un depresso Max von Sydow. Poco a poco, la fede verrà messa a dura prova dalle proprie riflessioni esistenziali; la questione è sempre la solita: come fa Dio a stare in silenzio davanti ai drammi che attraversano il mondo? Tra struggimenti emotivi e domande prive di risposte, Bergman trova due differenti conclusioni, una per mano di Bjornstrand e l'altra di Sydow: sta a voi scegliere da che parte stare.

Tra i film recenti che hanno affrontato l'argomento, figura anche A Serious Man dei fratelli Coen. Proprio come il prete bergmaniano, qui troviamo per protagonista Michael Stuhlberg nei panni di un uomo che inizia pian piano a perdere il proprio ottimismo, fino a domandarsi perché Dio stia permettendo tutti i disastri che gli stanno accadendo. Per porre rimedio ai dubbi, inizierà pure ad interrogare dei rabbini, le cui risposte non sono però abbastanza soddisfacenti. Ben presto, l'uomo si troverà da solo coi propri demoni, colto con il solito umorismo nero (talvolta delirante) dei due cineasti americani.

[Leggi anche: I film preferiti dei fratelli Coen, da "Il bidone" di Fellini a "Chinatown" di Polanski]

Infine, tornando in ambiti più classici, rimane sicuramente imprescindibile La passione di Giovanna d'Arco, uno dei massimi capolavori di Carl T. Dreyer nonché di tutta la Storia del Cinema. La pellicola, come già sappiamo, racconta il processo per stregoneria a Giovanna d'Arco, tra torture e dolorose costrizioni. L'interpretazione della Falconetti è di quelle che rimangono nella memoria, e davanti a lei, abbiamo il propagarsi del male più inquietante che possa esserci: l'intera società, accecata da una sadica voglia di morte in nome di un Dio pronunciato invano. 

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