La matricola, il primo film dei Nirkiop, noto gruppo di youtubers, fa sold out in tutte le tappe del tour con più di tre mila biglietti venduti. Intervista con Nicola Conversa, sceneggiatore e attore protagonista del film
Si è concluso il tour de La matricola, il film dei Nirkiop di cui vi avevamo già parlato, e ora è il momento di tirare le somme. Il film ha fatto sold out in tutte le tappe, riscuotendo un gradimento trasversale: piace ai liceali e agli universitari, ai più piccoli e ai loro genitori. Tutti possono trovare un personaggio in cui immedesimarsi: Nicola, un ragazzo che, come tanti, insegue un sogno tra mille difficoltà; Gabriele l’amico leale sempre pronto ad aiutare; Umberto il padre che, per garantire un futuro ai propri figli, fa del suo meglio, ma siamo nell’Italia della crisi e dare il massimo, può non bastare. Si ride tanto durante gli ottanta minuti di film, ma non mancano i momenti drammatici, quando la vita, irrompendo nei sogni del protagonista, lo riporta alla cruda realtà.
L’empatia che si crea in sala tra spettatori e personaggi del film, prosegue anche al termine della proiezione quando il pubblico, uscendo dalla sala, non ritorna direttamente a casa ma si ferma a commentare il film con i protagonisti, chiedendo autografi e foto ricordo. Sarebbe errato paragonare questo fenomeno a un classico rapporto vip/fan. Sono la generazione YouTube, sia il pubblico sia i film maker sono abituati al confronto. Lo schermo non è un confine tra il produttore di un contenuto e il fruitore, ma un luogo d’incontro in cui il contenuto si guarda, si commenta, si vota con un pollice su o con un pollice verso e addirittura talora si suggeriscono temi per i video successivi. La rete relazionale che si sviluppa intorno a un contenuto sul web, assume quasi la medesima rilevanza del contenuto stesso. Credo che la frase che ha scritto una ragazza su Facebook, sintetizzi in modo efficace il tipo di rapporto che si è istaurato tra i Nirkiop e il loro pubblico: “Siete gli amici lontani che fa piacere incontrare”.
Di come sia stato realizzato questo inedito salto, dal web al cinema, ne abbiano parlato con Nicola Conversa, sceneggiatore e attore protagonista del film.
È da molto tempo che lavoravi alla sceneggiatura de La Matricola? Raccontaci com’è iniziata.
Il testo è maturato con me, nel senso che ho iniziato sempre più a capire come funziona la gente. La gente, come me, ha bisogno di vedere delle cose in cui identificarsi, delle cose che hanno provato loro stessi o per voce d’altri. Quando andavo all’università, appuntavo delle esperienze che poi ho riversato nel film. Man mano ricamavo e prendevo appunti. La stesura del film è durata tre giorni!
Finora avevi scritto solo video per il web e web serie. Questo il tuo primo film e immagino vi siano delle differenze tra scrivere un video per YouTube e un film per il cinema. Penso ad esempio al tempo che si ha a disposizione, la durata media di un video su YouTube è di circa tre minuti.
Assolutamente sì. Novanta minuti contro tre minuti. Sul web il prodotto deve essere mordi e fuggi, veloce, accattivante, perché una persona può annoiarsi e cambiare video. Al cinema ha speso 7 euro ed è concentrata su quello che vede, quindi hai più tempo per raccontare, più tempo per trasmettere un messaggio. Nel film ho voluto lasciare un marchio di fabbrica “Nirkiop” con la scena dell’esame, per non snaturarci, perchè siamo conosciuti su YouTube per i video sulla scuola e sull’università girati con il nostro stile e, in un certo senso, lo dovevo a chi ci segue da anni.
Cos’ha in comune il “Nicola Conversa reale” con il “Nicola” protagonista del film?
Praticamente tutto e niente. Sognano entrambi di diventare scrittori, hanno tutti e due un sogno che si realizza, con sudore della fronte e con occasioni perse.
Caratterialmente però sono molto più combattivo del “Nicola Cinematografico”, lui è una boa in balia del maremoto e non fa quasi nulla.
Ci sono film o registi a cui ti sei ispirato?
Leonardo Pieraccioni e Massimiliano Bruno sono i miei due mentori e probabilmente non lo sapranno mai.
Com’è stato finanziato il film?
Avevamo un budget microscopico e la collaborazione di alcune persone che, dopo aver letto la sceneggiatura, ci hanno aiutato, credendo nel progetto. Per il catering ringraziamo i commercianti di Taranto che ci hanno sfamato e scaldato, credendo in questo sogno.
Nel cast ci sono anche Uccio De Santis, Umberto Sardella e Jacopo Morini, il montaggio è stato curato da Simone Manetti, che nel 2010 ottenne la candidatura come “Miglior Montaggio” al David di Donatello con il film La Prima cosa Bella di Paolo Virzì. Com’è nata la collaborazione con questi artisti?
Per Umberto la storia è simpatica. Quando ho steso il film, il personaggio di Vittorio l’ho scritto pensando a lui ed ho preteso d’incontrarlo attraverso amici comuni e di fargli leggere la sceneggiatura. Si è innamorato della storia e ora, a distanza di due anni, è il nostro direttore artistico.
Per Uccio la storia è simile, l’abbiamo beccato a uno spettacolo, gli abbiamo spiegato il progetto ed ha voluto partecipare.
Morini invece l’abbiamo conosciuto attraverso YouTube e la collaborazione è nata per gioco.
Per quanto riguarda la postproduzione e Simone, la nostra collaborazione è nata grazie ad un’agenzia pubblicitaria con la quale collaboravamo per altri lavori. Hanno visto lo scheletro del film e ci hanno consigliato Simone. Non speravo ed ambivo a tanto.
Come avete pubblicizzato il tour?
Twitter, Facebook e YouTube. Con i social network hai un ufficio stampa “naturale” pazzesco. Arrivi ovunque. Giornalmente abbiamo dato informazioni e curiosità.
Inoltre attraverso il Corriere dello Sport e la Gazzetta dello Sport, che sono i quotidiani più acquistati dalla fascia a noi interessata. Fa stranissimo finire lì sopra!
Come ha risposto il pubblico?
Dire bene sarebbe un grosso eufemismo. Numeri alla mano, abbiamo totalizzato in sei serate più di tremila ingressi, sbaragliando X-Men e Godzilla in quelle giornate.
Quello che ci ha inebriato sono stati i commenti dopo il film. Alle persone è piaciuto, hanno apprezzato l’evoluzione dei temi. Molta gente si aspettava un film a sketch, un qualcosa alla Zalone. Invece no, abbiamo lottato e sudato affinché venisse fuori una commedia brillante, quasi una tragi-commedia, che rispecchiasse l’Italia che ci circonda, che rispecchiasse la questione che i sogni, li vedi nei film, li leggi nei libri ma nella vita dove stanno?
Forse il messaggio del film è proprio il film stesso. Sognare si può.
Come pensate di continuare a promuovere il film dopo il tour?
Vedremo piano piano cosa potrà succedere. Vorremmo aggiungere qualche proiezione estiva. Incrociamo le dita!
Altri progetti per il futuro?
Finale di Coinquilini [una web serie attualmente in corso dei Nirkiop ndr], un cortometraggio e il secondo film. Dicono che l’abbia già scritto, io non nego.
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