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Autore Pierre Hombrebueno :: 18 Febbraio 2017

Ok, ci sono i mostri, i fantasmi, tutte le venature soprannaturali possibili, eppure, molti horror si ispirano a condizioni cliniche reali. Ecco alcuni recenti esempi

Babadook

Ok, ci sono i mostri, i fantasmi, tutte le venature soprannaturali possibili, eppure, molti horror si ispirano a condizioni cliniche reali. Ecco alcuni recenti esempi

Un primo esempio che ci viene in mente? Sicuramente Babadook di Jennifer Kent. Il mostro che dà il titolo al film fa sicuramente il suo bel effetto, ma a mettere maggiore ansia, alla fine, è la madre interpretata da Essie Davis, alle prese con gravi problemi di depressione e panico. Il vero incubo del film, insomma, non è tanto il raccapricciante omino vestito di nero, quanto il collasso psicologico che attanaglia la protagonista.

Non sarebbe sicuramente sbagliato, poi, affermare che il mostro di It Follows, acclamata pellicola di David Robert Mitchell, possa essere una metafora delle malattie sessualmente trasmissibili, aids su tutti. Questo senza considerare il fatto che il film si diverte a tirare in ballo anche la sindrome di Capgras, ovvero quel paranoico stato mentale in cui pensi che tutte le persone attorno a te siano state rimpiazzate da impostori a loro identici.

Che dire, poi, del Neon Demon di Nicolas Winding Refn? In questo caso, la patologia predominante è sicuramente quella del disturbo narcisistico della personalità, che porta allo sfinimento i personaggi del film con un forte senso di ossessione, alienazione mentale e nocivo egocentrismo.

Infine, vale la pena menzionare anche Ava's Possessions di Jordan Galland, che usa l'espediente della possessione demoniaca per parlare della dipendenza (da alcool, sostanze, o qualsiasi altra cosa) e della depressione. La metafora è chiara, e alla fine, il film si rivela ben più dark di quanto tenda inizialmente a sembrare. 

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