Ritratto di Pierre Hombrebueno
Autore Pierre Hombrebueno :: 8 Agosto 2014

Si chiama “Web Junkie” ed è uno dei documentari più interessanti dell'anno. Al centro delle vicende, dei giovani cinesi reclusi in un centro di disintossicazione e riprogrammazione dall'internet dipendenza, considerata una vera malattia in Cina

Web Junkie

Strana nazione la Cina. E tra tutte le possibili cose insolite, forse non sapevate che è il primo paese che ha etichettato la dipendenza da internet come malattia clinica. È da queste premesse che parte Web Junkie, documentario di Hilla Medalia e Shosh Shlam, le quali hanno studiato un centro recupero di Pechino, dove diversi ragazzi sono ricoverati per essere riprogrammati e disintossicati duramente dal web. Insomma, uno sguardo verso una delle realtà più contemporaneamente bizzarre e preoccupanti della grande metropoli asiatica, nonché inevitabilmente una riflessione sul grado di alienazione depressiva che la dipendenza da internet può creare nella vita dei giovani ai piedi della disillusione post-moderna. 

Dichiarano le due registe: “Web Junkie è un viaggio emozionale che esamina i risultati dell'internet dipendenza e dei suoi effetti sulle famiglie e le relazioni interpersonali (..) In aggiunta, il film si occupa anche di mostrare come la società cinese, con la sua cultura di iper-competitività, cerchi di controllare ciò che percepiscono come gli effetti negativi del web. Web Junkie espone il mondo virtuale, i modi in cui trascende le barriere culturali e influenza l'evoluzione della cultura. Queste tecniche avranno successo? Questo trattamento di stampo militare è efficiente e raccomandabile? È possibile “curare” questi ragazzi? Saranno capaci di gestire una vita fuori dal mondo virtuale? E per quanto riguarda i diritti umanitari, è giusto che il governo richieda solamente il permesso dei genitori per tenere in custodia questi giovanissimi contro la loro volontà? Queste sono le domande che ci hanno guidate durante la realizzazione della pellicola”.

Presentato allo scorso Festival di Sundance, il film ha destato l'interesse e gli apprezzamenti della critica americana. Per Variety è “un documentario stravagante e piacevole”, mentre, scrive The Playlist: “Una delle grandi forza del film è la capacità di farti sentire esattamente come fossi di fianco ai ragazzi del centro di recupero”. Parole positive anche da IndieWire, che lo definisce “straziante, ricco ed emotivamente gratificante”. Fin'ora la pellicola ha attraversato solamente alcuni festival di cinema, tra cui quello di Gerusalemme: ancora nessuna tappa prevista in Europa, ma se il passaparola continuasse ad espandersi, potremmo forse ritrovarcelo in qualche evento nostrano (Torino Film Festival?). 

Di sicuro a non mancare è l'hype e la curiosità per un argomento così attuale ed evocativo. Eccovi dunque il trailer di Web Junkie:

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