Rappresentanti del cinema francese, tra produttori, registi e sceneggiatori, hanno parlato a sostegno della libertà di espressione dopo l'attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo: la promessa è di illuminare il buio causato dal terrore
La strage terroristica subita dalla redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo ha scatenato reazioni e manifestazioni in tutta la Francia, compresa una risposta accorata ed emotiva degli esponenti del cinema francese, che promettono di (continuare a) rappresentare una luce attraverso il terrore, cioè di sostenere la libertà di espressione e di diffondere ogniqualvolta è possibile documenti e progetti che facciano luce su questioni delicate e che meritano di essere conosciute dal pubblico. Affinché la paura non metta un bavaglio simbolico intorno alle bocche delle persone e, soprattutto, degli artisti.
Artisti e redattori sono state infatti le vittime del massacro della mattina del 7 gennaio 2014 nel cuore di Parigi, dove vignettisti famosi e il direttore - per un totale di 12 morti - sono stati freddati senza pietà da due fondamentalisti islamici che hanno fatto irruzione col volto coperto. Si tratta del più grande attacco terroristico subito a Parigi dagli anni 60.
Il cinema, elemento forte e chiave del mondo francese, è intervenuto immediatamente in supporto dei manifestanti con ARP, associazione dei produttori, registi e sceneggiatori francesi, che ha assicurato una delegazione composta da eminenti rappresentanti dell'industria, tra cui il co-fondatore di Wild Bunch Vincent Maraval, il presidente di Le Pacte Jean Labadie e i registi Costa Gravas e Radu Mihaileanu.
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Maraval: "Al cinema spetta il compito di fare una breccia di luce in questo terrore. Noi continueremo a combattere per la libertà di espressione attraverso film con più passione che mai.
Ogni volta che qualcuno o qualcosa ha provato a impedirci di fare il nostro lavoro, per noi è stato uno stimolo tremendo a continuare che io voglio mettere in ogni progetto. Wild Bunch è nota per produzioni di un certo spessore politico come Viaggio a Kandahar, Fahreneit 9/11, La vita di Adele. La casa si occuperà anche del film di Stone su Edward Snowden.
Sylvie Pialat, founder di Les Films du Worso che ha prodotto il film di Abderrahmane Sissako Timbuktu, appena entrato nella lista dei film in nomination agli Oscar come Migliore Film Straniero per la Mauritania, non teme rappresaglie contro la Francia malgrado il tema del film, che tratta la disperata lotta della gente del Mali che ha combattuto l'occupazione dei fondamentalisti islamici.
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