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Autore Rosa Maiuccaro :: 22 Luglio 2014

L’idolo delle teenager, Dylan O’Brien, famoso per il ruolo del licantropo Stiles nella serie di MTV Teen Wolf, ha parlato al Giffoni Film Festival di Maze Runner, il film fantascientifico di cui sarà protagonista che uscirà a breve nelle nostre sale

Dylan O'Brien al Giffoni Film Festival

I protagonisti delle serie televisive americane continuano a riscuotere un grandissimo successo al Giffoni Film Festival dove oggi è stato il grande giorno di Dylan O’Brien. La star di Teen Wolf, la serie di MTV dove interpreta il licantropo Stiles, ci ha però tenuto a precisare quanto tutto questo calore talvolta lo spaventi. “Non si direbbe, ma in realtà sono molto timido. Trovo abbastanza difficile gestire l’entusiasmo delle mie fan e talvolta questo mi crea ansia. È ovvio che ci sono dei momenti in cui mi piacerebbe fare le cose che fanno tutti i ragazzi della mia età senza dovermi preoccupare degli altri, ma alla fine della giornata sono soddisfatto del mio successo”. Che direzione è interessato a dare alla sua carriera? “Nessuna in particolare, vorrei solo continuare a sperimentare, mettermi alla prova e lavorare con gente più qualificata di me. Ho una lista infinita di attori che ammiro a partire da Robert De Niro per arrivare a Tom Hanks ma non potrei mai essere come loro. È importante che ogni artista sviluppi la propria identità a prescindere dagli altri”.

Questa potrebbe essere definita la Golden Age della televisione e la giovane star ha provato a fare un punto su ciò che significa lavorare al cinema o in televisione. “C’è una grande differenza. Il set televisivo ha dei ritmi incalzanti e spesso si hanno delle ambizioni troppo alte. Oggi però devo dire che, mentre il cinema continua a riciclare idee del passato, la televisione esprime una qualità impressionante. Al cinema a volte in virtù di un nome o di facili guadagni ci si presenta sul set senza un copione e trovo che questo sia vergognoso. Spero che presto il cinema possa tornare ai fasti di un tempo”. Proprio sulle serie televisiva ha delle importanti rivelazioni da confessarci. “Una delle mie serie preferite è House of Cards che è bellissima, poi c’è Walking Dead. Devo ammettere che tempo fa ero vicinissimo ad interpretare un vampiro in uno degli episodi della serie poi però ho dovuto rinunciare perché dovevo girare Maze Runner”.

Il 18 settembre uscirà infatti nelle nostre sale Maze Runner – Il labirinto, il film diretto da Wes Ball, ambientato in un futuro distopico, che lo vedrà protagonista. “Il mio film non ha niente a che vedere con l’apocalisse ma più con le persone e la loro capacità di reazione. Credo sia molto simile a Il signore delle mosche, con la sola differenza che mentre in quel caso si evidenziava la natura malvagia dell’animo umano, ho amato Maze Runner perché si focalizza sulla bontà degli uomini”. Nel film il personaggio che interpreta, Thomas, rimane intrappolato in un labirinto apparentemente senza via d’uscita. Lui cosa farebbe al suo posto? “Mi piacerebbe rispondere che farei come Thomas che è coraggioso e sfrontato. La verità è che non posso affermarlo con certezza. È una situazione terribile, peggiore della morte, perché è come stare in prigione tutta la vita. Di sicuro mi porrei le stesse domande che si pone lui”.  

Dylan O’Brien, classe 1991, si sente molto vicino ai giovani giurati del festival, che hanno ideato il tema di quest’anno dedicato alla diversità. “Il momento più brutto della mia vita è stato quando a 12 anni mi sono trasferito insieme alla mia famiglia in California. Fu un grande cambiamento, non avevo amici e l’unica cosa che mi confortava erano i miei progetti su YouTube. Non ne parlavo con nessuno allora perché mi vergognavo ma ora mi sento uno stupido ad averlo fatto. Avevo paura della loro reazione, di essere escluso o ridicolizzato. All’epoca i miei filmati non avevano neanche molte visualizzazioni poi naturalmente con Teen Wolf sono andate alle stelle. Che i miei progetti avessero successo o meno non mi interessa, l’importante è che mi siano serviti per crescere. Questo festival è fantastico, vorrei che ce ne fossero anche in America. Quello che voglio dire a questi ragazzi è di non arrendersi, di essere sempre se stessi e non desiderare di essere qualcun altro”.

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