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Autore Rosa Maiuccaro :: 20 Luglio 2014

Salvatore Esposito e Marco d’Amore sono stati ospiti al Giffoni Film Festival dove hanno animatamente discusso il successo di "Gomorra", difendendo in modo energico la serie dalle polemiche riportate dai giornali negli ultimi giorni

Marco D'Amore e Salvatore Esposito

Gomorra sbarca al Giffoni Film Festival con i due protagonisti Salvatore Esposito, alias Genny Savastano, e Marco D’Amore, alias Ciro Esposito. Rivali sul piccolo schermo ma grandi amici nella vita per la complicità che hanno dimostrato durante l’incontro con la stampa di oggi. Le prime domande sono ovviamente rivolte alle polemiche che stanno riempiendo in questi giorni le pagine de Il Fatto Quotidiano. “La nostra serie ha un marchio di contrasto alla camorra, più d'ogni altra: i camorristi escono come assolutamente perdenti. Eppure a Torre Annunziata purtroppo il segnale si è sporcato”, ha dichiarato il patron di Cattleya Riccardo Tozzi, commentando il presunto pagamento del pizzo da parte della sua casa di produzione per fare delle riprese nella villa del boss. Marco D’amore, atteggiamento saputo ma deciso, dimostra di avere le idee molto chiare a riguardo: “Sono per formazione culturale abituato a farmi un’idea con i fatti. Riccardo, come responsabile del progetto è stato giustamente chiamato a dire la sua. Io come attore dico che non è un tema di mia pertinenza. Se dovrò dire qualcosa lo farò a tempo debito, non faccio riflessioni sulla scorta di ipotesi”. “Condivido in pieno ciò che ha detto lui”, precisa scherzando Salvatore Esposito, dal carattere evidentemente più bonario.

“Che Guevera disse che un popolo ignorante è più facile da governare”, gli fa notare qualcuno. “Sono assolutamente d’accordo con il Che”, commenta D’Amore, “io ho dedicato la mia vita allo studio, ho fatto tanti sacrifici. Sono andato via di casa a 18 anni, saltando tutte le cose belle che conosce bene chi è nato nel napoletano. Spero che il mio possa valere come esempio”. Salvatore Esposito ci tiene invece a sottolineare il valore della serie, ragionando sulle ragioni del suo successo. “Credo che la grande popolarità della serie sia dovuta alla grande qualità del prodotto. È la prima volta che in Italia una serie viene venduta in così tanti paesi nel mondo. Dovrebbe essere un vanto per l’Italia, considerato il grandissimo livello di tutte le sue componenti: produzione, cast, regia, sceneggiatura”. D’Amore invece precisa: “È assurdo pensare che Gomorra sia solo un luogo geografico perché, se si è onesti nell’osservare, è un luogo della coscienza con cui chiunque deve fare i conti. La serie è stata venduta in tutto il mondo perché parla del mondo”.

A chi cerca di incalzare le polemiche e sottolinea come la RAI abbia rifiutato di produrre la serie per evitare la sponsorizzazione di eroi negativi, D’Amore risponde ancora una volta deciso. “Non vorrei fare un’apologia di Sky né una critica alla RAI perché non mi compete. Ci sono persone che decidono di correre una serie di rischi come hanno fatto i produttori di Gomorra. Ma parliamoci chiaro, è svilente che nel 2014 si continui a dividere il mondo tra buoni e cattivi. Secoli fa Shakespeare già ci dava lezioni in questo senso. Parlando del mio personaggio, io posso dire di aver fatto un percorso con lui. Ho cercato di non avere nessun pregiudizio e nella macchia nera che mi stava affianco ho vissuto degli sprazzi di gentilezza e di umanità talmente alti da chiedermi se nella mia vita riuscirò mai a vivere delle emozioni con una tale intensità”.

I due attori hanno poi concluso parlando dei loro prossimi progetti, augurandosi entrambi di non essere etichettati come attori di film di mafia. Marco D’Amore sarà uno dei protagonisti della nuova stagione cinematografica con due film molto attesi. “Ho già concluso le riprese dei nuovi film di Edoardo de Angelis (il nome del film è Perez e vedrà D’Amore protagonista al fianco di Luca Zingaretti, n.d.r.) e Claudio Cupellini. Poi ho deciso di produrre un film con il mio gruppo di produzione capitanato da mio fratello Giuliano, che sarà ambientato a Casale Monferrato e tratterà la tragedia dell’Eternit. In molti mi hanno detto che sarà impossibile riuscirci. Io, invece, vi invito tra un anno qui al Giffoni dove tornerò a presentarlo perché sono sicuro di farcela”. Salvatore Esposito sembra avere le idee un po’ meno chiare. “Anche io ho dei progetti, non si sa quali ma ce li ho”.

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