Alla premiere europea di "The Imitation Game – L’enigma di un genio" parla la protagonista Keira Knightley, che nel film di Morten Tyldum è la migliore amica di Alan Turing, Joan Clarke. E rivela che non capisce nulla di matematica ed enigmistica!
Alla presentazione di The Imitation Game - L'enigma di un genio, film d’apertura del London Film Festival, l’attrice inglese Keira Knightley, 30 anni il prossimo anno, mostra come sempre un certo imbarazzo nel confronto con la stampa. Magari le sue performance sono in crescendo, ma fatto sta che fin dai suoi esordi, dai tempi di Sognando Beckham, i critici non le hanno mai perdonato le sue smorfie, ormai diventate quasi proverbiali.
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In The Imitation Game - L'enigma di un genio, sotto la regia di Morten Tyldum ha il ruolo di Joan Clarke, l’amica più fedele di Alan Turing (interpretato da Benedict Cumberbatch). Una donna molto complessa e difficile da interpretare come ci ha spiegato la stessa Keira Knightley.
Quanto si è documentata su Joan Clarke prima di cominciare le riprese?
Ho preso molto spunto da un’intervista che rilasciò verso la fine degli anni Settanta. È stata un’icona di femminilità e si è battuta per i diritti delle donne. Quella tra lei e Alan era un’amicizia, quasi un amore materno. Sono comunque rimasta molto scioccata che nonostante la levatura della donna in questione circolino così poche informazioni sul suo conto.
La descriverebbe come una femminista?
Certamente. Credo che le donne di oggi abbiano molto da imparare da lei e che, pur non sapendolo, abbiano ereditato da lei l’amore per i diritti per cui si stanno ancora battendo.
Come descriverebbe The Imitation Game – L’enigma di un genio?
Direi che ho letto la biografia sul quale è basato [Alan Turing. Storia di un enigma di Andrew Hodges, n.d.r.] e trovo che la caratterizzazione del film ne abbia colto l’essenza.
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Ma ha provato un po’ a capire come funzionava la macchina ideata da Turing?
È stato un peccato ammirare così tanto una persona e non capire fino in fondo cosa stesse facendo. Quando è arrivato l’esperto sul set per spiegarci il meccanismo mi è sembrato di tornare a scuola. Non ci ho capito veramente niente. Mi sono sentita come quando stai per morire e sei incapace di concentrarti su qualunque cosa. Era una persona squisita, avrei voluto prestare attenzione a ciò che spiegava, ma non ci sono riuscita.
Come vi siete esercitati sul set?
Le dico solo che eravamo veramente terribili con i cruciverba. In gruppo non siamo riusciti a finirne uno e in non meno di cinque giorni.
Come è stato lavorare con Allen Leech?
Allen è stupendo. Abbiamo avuto un rapporto bellissimo anche perchè è pessimo nei cruciverba proprio come me.
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