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Autore Redazione :: 28 Gennaio 2017

John Hurt, leggendario attore britannico, indimenticabile interprete di The Elephant Man e Fuga di Mezzanotte è morto all'età di 77 anni

John Hurt

John Hurt aveva già problemi di salute, purtroppo. Nel 2015 gli era stato diagnosticato un tumore del pancreas. Ciononostante aveva continuato a lavorare anche se la salute era piuttosto precaria, tanto che non aveva ascoltato i pareri dei medici che gli consigliavano di stare a riposo, e aveva partecipato la scorsa estate al revival teatrale di The Entertainer.

Ancora, recentemente, nel film Jackie di Pablo Larraín, aveva affiancato Natalie Portman nel ruolo di un prete, mentre poco prima della sua morte stava lavorando ancora a Darkest Hour, il film drammatico diretto da Joe Wright ambientato nella seconda guerra mondiale, dove interpretava l'ex primo ministro britannico Neville Chamberlain.

Mel Brooks a lui molto vicino, anche per averlo diretto in La pazza storia del mondo, ha dichiarato: "Nessuno avrebbe potuto interpretare meglio di lui in maniera memorabile l'uomo elefante, è riuscito attraverso quel ruolo a regalare al film l'immortalità. Ci mancherà tantissimo".

Era nato nel 1940 nel Derbyshire, aveva studiato arte al Royal Academy of Dramatic Art college a Londra, prima di partecipare a varie produzioni TV, tra cui il ruolo nel 1960 nella serie Z Cars.

Nel 1966 arrivò il ruolo della vita, ovvero Un uomo per tutte le stagioni e poi il premio Bafta per 10 Rillingnton Place - L'assassino di Rillington Place n. 10, in cui era un serial killer.

Con Hollywood non ci furono immediate relazioni, tanto che ancora nel 1975 la sua prova più memorabile fu quella dell'icona gay Quentin Crisp in The Naked Civil Servant, con il quale otteneva il premio Bafta come migliore attore.

Poi nel 1979 arrivò anche il film di Alan Parker, Midnight Express - Fuga di Mezzanotte, per il quale riuscì a conquistarsi una nomination agli Oscar, con il premio come attore non protagonista più il Golden Globe e ancora il Bafta.

L'anno dopo, nel 1980, è l'indimenticabile astronauta in Alien di Ridley Scott, che fa quella brutta fine con il mostro che fuoriesce dal suo stomaco.

E nello stesso anno è John Merrick, il protagonista del capolavoro di David Lynch, The Elephant Man, con il quale ottiene il suo secondo Oscar e Golden Globe nonché Bafta, questa volta come migliore attore.

Lo ricordiamo anche in altri film per la sua capacità di regalare anche a personaggi non protagonisti quella luce particolare che soltanto i grandi attori sanno donare alle creature che interpretano da I cancelli del cielo di Michael Cimino fino a Melancholia di Lars Von Trier. Ma davvero sono tantissimi i suoi ruoli, magari anche da rivedere.

Hurt era soprattutto aperto a mille relazioni. Ha lavorato con tantissimi registi diversi, senza mai diventare un attore di riferimento per qualche cineasta come spesso capita per alcuni grandi autori. Hurt si può considerare davvero un attore "globale". In Italia ha lavorato con Alessandro Baricco, mentre negli States perfino con Roger Corman, passando per lo spagnolo Alex de La Iglesia, Walter Hill e Sam Peckinpah. Insomma ha una filmografia pressoché indefinibile e questo va a suo onore. Ma soprattutto è riuscito come attore a rimanere eclettico, a non esser mai limitato in un ruolo di buono o cattivo.

Nel 2012 Hurt ha ricevuto un bel premio Bafta alla carriera ed un cavalierato nel 2015 per il suo contributo al cinema.

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