Ritratto di Fiaba Di Martino
Autore Fiaba Di Martino :: 6 Ottobre 2014

Il comico toscano ha presentato "Tutto molto bello", il suo secondo titolo da regista, a Milano assieme al produttore Maurizio Totti e al cast: Frank Matano, 'Scintilla', Nina Senicar, Angelo Pintus e Chiara Francini

Paolo Ruffini

“Le mie ispirazioni sono Murnau, Tarkovskij, il Kubrick di Eyes Wide Shut, Gassman, Sordi…”
La conferenza stampa di Tutto molto bello si apre con un Paolo Ruffini che cerca di sdrammatizzare, presumibilmente, l’atmosfera un po’ tesa e fredda che pensa di trovare ad accoglierlo – risultando però, al contrario, sulla difensiva –. D’altra parte non è nuovo a rapporti complicati con la critica: il precedente Fuga di cervelli (suo esordio alla regia) era stato linciato all’unanimità dai giornalisti cinematografici. 
All’incontro è presente il cast al completo: Ruffini, Frank Matano, Gianluca ‘Scintilla’ Fubelli, Angelo Pintus, Nina Senicar e Chiara Francini. C’è anche il produttore Maurizio Totti, che ci racconta la genesi della pellicola: “Volevamo ispirarci a commedie americane come Una notte da leoni, Un biglietto per due”. Mentre il clima si distende, Ruffini spiega: “Inizialmente dovevo fare l’attore, nella parte che poi è andata a Scintilla, poi sono finito dietro e davanti la macchina da presa: il film è stato riscritto, l’abbiamo ripreso con Guido Chiesa per attualizzarlo, per renderlo una di quelle commedie sorridenti che non vedevo da quando ero piccolo, penso ad esempio ai Goonies. Il nostro obiettivo è di rendere felici le persone, siamo in un momento storico in cui lamentarsi sui social va di moda, l’ideologia ormai è associata all’antipatia, e non c’è spazio per la felicità. Il mio personaggio incontra un uomo semplice, che gliela fa scoprire.”
In riferimento al target del prodotto, ovvero la fascia giovanile, Ruffini dichiara che è questo “il tipo di pubblico che desidero, anche se la pellicola è diversa da Fuga di cervelli, è più familiare e speriamo di intercettare anche qualche adulto”. Lo supporta Pintus, sostenendo anzi che “i ragazzi dagli 8 ai 16 anni vengono trascurati da tv e cinema, quindi spero che ci seguano”.

Crede molto nel film anche la bellissima Nina Senicar: “Tutto molto bello è una commedia dolce e tenera che piacerà pure alle donne: il mio personaggio rappresenta la loro rivincita. Inoltre il lavoro sul set è stato divertentissimo, Paolo è un regista che ispira fiducia e tranquillità”. Sono d’accordo Pintus e Fubelli: secondo il primo “è stato molto divertente, dopotutto troppe persone si prendono sul serio, mentre fare il comico è ciò che tu sei, se fai ridere nella vita fai ridere anche al cinema”, mentre il secondo sostiene che “sul set si tende a lavorare bene anche per accontentare Paolo che ci tiene”. D’altra parte Ruffini della sua équipe è soddisfatto: “Stando alla regia la cosa più bella è poter scegliersi i compagni di viaggio, cameo di Pupo compreso: cercavamo un cantante da infilare in una bisca clandestina, lui è venuto amichevolmente e si è preso in giro”.
Tra i compagni di viaggio c’è anche l’amica di vecchia data Chiara Francini, la quale dice di aver ricevuto “un ruolo fondamentale ma per me diverso: Anna è colta in un momento speciale, in cui è è molto fragile”.

Ruffini al titolo ci tiene parecchio e si sente: “Tutto molto bello è stato realizzato da persone che lo amano, girandolo mi sono sentito come quando giravo i filmini a sedici anni: c’è semplicità e onestà, mi potete dire che è brutto ma non è che non è sincero”. A questo punto, la riflessione che segue è inevitabilmente sul rapporto tra critica e pubblico. Mentre Frank Matano è lapidario (“la maggior parte della critica negativa la legge solo chi l’ha scritta”), Ruffini è nuovamente accorato: “Ormai su internet un commento corrisponde a una critica, se parli bene di qualcosa sembri meno intelligente: si rischia il fanatismo. Per questa generazione è sempre meglio prima, odiamo la contemporaneità, ma anche le recensioni dell’epoca di Franco e Ciccio erano velenose. Perché in questo paese il successo non si perdona a nessuno, invece io non ho strategie, miro soltanto a migliorare la vita al pubblico per un’ora e mezza: far felice la gente è il mio mestiere.”

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